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10/12/2013 | Salute.

Presentato oggi il rapporto di Save the Children, “l’Italia SottoSopra”,  sugli effetti della crisi sui bambini ; il rapporto delinea uno scenario molto preoccupante: sono oltre un milione i bambini che vivono in povertà assoluta, il 20% in più rispetto al 2012, 1 milione e 344 mila vivono in condizioni di disagio abitativo; 650.000  in comuni in default o sull’orlo del fallimento, e per la prima volta è di segno negativo la percentuale di bambini presi in carico dagli asili pubblici, scesa dello 0,5%. Il 22,2% di ragazzini  è in sovrappeso e il 10,6% in condizioni di obesità: il cibo sano e adeguato per la loro età costa troppo e le famiglie con figli hanno ridotto i consumi e gli acquisti (-138 euro in media al mese); 1 bambino su 3  non può permettersi un apparecchio per i denti. 11 euro mensili il budget delle famiglie più disagiate con minori, per libri e scuola, una cifra 20 volte inferiore a quella del 10% delle famiglie più ricche; sui 24 paesi Ocse, Italia ultima per competenze linguistiche e matematiche nella popolazione 16-64 anni e per investimenti in istruzione: +0,5% a fronte di un aumento medio del 62% negli altri paesi europei (Ocse); sono 758.000 gli early school leavers (ragazzi tra i 18 e i 24 anni d’età in possesso della sola licenza media fuori da ogni sistema sia nazionale che regionale di istruzione o formazione professionale) e oltre un milione i giovani disoccupati.

Il rapporto ha ulteriormente ribadito il fortissimo nesso che lega la povertà economica alla povertà educativa dove l’una alimenta l’altra in un circolo vizioso che continua ad aggravare la condizione dei minori e delle famiglie, a fronte di uno Stato sempre più assente.

Non è più pensabile essere ciechi rispetto a questa allarmante situazione, e in un’ottica di ricrescita e di investimenti, risulta necessario ridare  un ruolo centrale all’istruzione come volano di sviluppo;  c’è bisogno di più educazione , più scuola di qualità, e  servono “territori ad alta densità educativa”, dove tutti i bambini, senza eccezioni, possano oltre che studiare, fare attività complementari, ma altrettanto importanti, come sport, musica, gioco, stare insieme e crescere insieme con un continuo confronto. L’istruzione è sviluppo, è crescita ma soprattutto libertà; ciò che togliamo oggi ad un bambino, nessuno più glielo potrà restituire.

(*Fonti:
http://www.uil.it)