Tragedia di Lampedusa
Lampedusa, 3 ottobre 2013 – Una tragedia dell’immigrazione senza precedenti ha sconvolto l’isola di Lampedusa, dove si contano a centinaia, tra morti e dispersi, le vittime di un naufragio probabilmente causato da un incendio innescato a bordo del barcone dagli stessi profughi che cercavano così di farsi avvistare e soccorrere a poche miglia dalla costa dell’Isola dei Conigli.
Sono 127 i cadaveri finora recuperati, compresi quelli di una donna incinta e di quattro bambini, ma la triste conta sempre destinata a salire. Diversi, infatti, sono i corpi individuati sotto il relitto.
Circa 150 i superstiti tratti in salvo, ma secondo il loro racconto sull’imbarcazione c’erano almeno 500 persone, tutte provenienti dai Paesi dell’Africa subsahariana, soprattutto Eritrea e Somalia.
La Procura della Repubblica di Agrigento ha aperto un’inchiesta sul tragico naufragio. Titolare del fascicolo è il sostituto procuratore Andrea Maggioni. I reati ipotizzati, al momento a carico di ignoti, sono di omicidio plurimo colposo, naufragio colposo e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina aggravato. La polizia sta interrogando diverse persone individuate tra i sopravvissuti e sospettate di essere lo scafista del barcone, il cui relitto è stato individuato, quasi completamente sommerso.
Oltre 250 profughi, dunque, mancherebbero all’appello. Guardia costiera, carabinieri, Guardia di finanza, ma anche decine di pescatori lampedusani continuano a cercarli in un mare “pieno di cadaveri”, come ha detto il sindaco, Giusi Nicolini. Commossa e sconvolta, in lacrime sul molo, Nicolini ha affermato: “E’ un orrore infinito. Ora basta, cosa dobbiamo ancora aspettare dopo questo?”. “Il cimitero è stracolmo di vittime – ha detto ancora il primo cittadino -. I corpi andranno nei cimiteri della provincia di Agrigento che si sono offerti”.
Ed è ancora il sindaco di Lampedusa, Giusi Nicolini ha invitato un telegramma al presidente del Consiglio Enrico Letta “a venire a Lampedusa per contare i morti”.
In un telegramma inviato al premier, il sindaco manifesta il suo “cordoglio per le centinaia di vite spezzate alla ricerca di un futuro migliore proclamando per domani il lutto cittadino”, e aggiunge che “accanto al profondo dolore, c’è lo sgomento e la rabbia per l’atteggiamento delle istituzioni italiane e dell’Europa che continuano a considerare il fenomeno dei migranti come un’emergenza”. Il presidente del Consiglio, Enrico Letta, ha telefonato al sindaco per comunicarle personalmente la decisione del Consiglio dei ministri di proclamare per domani il lutto nazionale, una decisione che vuole essere un segno di attenzione oltre che per le vittime anche per l’isola di Lampedusa.
Letta ha ringraziato il sindaco per tutto l’impegno di oggi e del passato e le ha promesso che non appena le condizioni lo consentiranno andrà personalmente sull’isola.
UIL
Serve una politica organica di governance e di collaborazione con i Paesi del Mediterraneo per prevenire tragedie
“Serve una politica organica di governance e di collaborazione con i Paesi del Mediterraneo per prevenire tragedie” come quella di Lampedusa. E’ quanto afferma la Uil, esprimendo “il proprio sincero cordoglio alle famiglie delle vittime” e ringraziando “la preziosa opera dei soccorritori”. “La tragedia di stamane al largo di Lampedusa – afferma la Uil – dove è affondata un barcone con a bordo 500 profughi eritrei, somali e ghanesi, potrebbe assumere proporzioni apocalittiche con centinaia di morti che vanno ad aggiungersi alle altre ventimila vittime dei viaggi della speranza nel Mediterraneo negli ultimi 25 anni. Non è con un’improvvisata politica dell’emergenza, come hanno fatto finora i governi italiani e l’Europa, che si affronta un problema strutturale come quello della pressione migratoria dall’Africa”. “Assieme all’accoglienza doverosa, specialmente nei confronti dei richiedenti asilo – conclude la Uil – si deve aggiungere una previdente politica di collaborazione e aiuto allo sviluppo con i Paesi del Mediterraneo per prevenire e combattere la tratta delle persone”.
Le reazioni della politica
ALFANO – «Speriamo che l’Unione Europea si renda conto che non è un dramma italiano ma europeo». Dopo la tragedia di Lampedusa, costata la vita a quasi cento migranti, si leva chiaro l’appello del ministro dell’Interno Angelino Alfano: «Telefonerò al presidente della Commissione Ue Barroso e farò sentire la voce forte dell’Italia». Il titolare del Viminale si è poi recato nell’isola al largo della Sicilia.
Segretario Generale dell’Onu Ban Ki Moon: la morte dei migranti africani a Lampedusa «deve spingere all’azione».
KYENGE – Coincide nella condivisione delle responsabilità anche il ministro per l’Integrazione Cecile Kyenge«Non è il momento di dare colpe a nessuno, ma chiederemo ai Paesi dell’Unione di fare ciascuno la propria parte» E continua: «Nel secondo semestre del 2014 l’Italia avrà la presidenza del semestre europeo – continua il ministro per l’Integrazione – e l’immigrazione è già in agenda. Detto questo non stiamo aspettando altro tempo, l’Italia ha già incontrato gli altri Paesi europei e già Grecia e Lussemburgo sono stati interessati per la questione degli sbarchi». Per Cecile Kyenge non ogni Paese ha «responsabilità diverse» ma nessuno è escluso dalla tragedia degli sbarchi: «Dobbiamo intervenire sugli accordi europei, far presente all’Ue che che le nostre coste sono la porta dell’Europa». Cosa sta facendo il governo contro le organizzazioni criminali che gestiscono il mercato degli sbarchi di migranti? «Credo sia opportuno mettere in campo sin da subito un coordinamento tra più ministeri, quello dell’Interno, dell’Integrazione, delle Infrastrutture, degli Affari esteri e della Difesa, sotto la supervisione della presidenza del Consiglio, per un piano di aiuti per soccorrere i profughi e aiutare le comunità locali e i Comuni». Poi il ministro ha aggiunto: «Quando parliamo di corridoi umanitari, parliamo anche di contrasto alle organizzazioni criminali, ognuno in questo momento deva dare il proprio approccio». Il ministro Cecile Kyenge, domenica, sarà a Lampedusa: «Non dobbiamo aspettare altre tragedie per dare una risposta», rilancia il ministro. E conclude:«Voglio esprimere il mio più profondo cordoglio e dolore molto forte per le vittime di Lampedusa, per quello che sta succedendo in queste ore. Un’immane tragedia che ci mette tutti davanti alla necessità di affrontare in maniera radicale il drammatico problema dei migranti in fuga dai paesi in guerra».
NAPOLITANO: «PRESIDIARE COSTE STRANIERE» – Le dichiarazioni del ministro Kyenge si muovono sulla stessa linea tracciata dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che appreso : «Siamo ormai dinanzi al succedersi di vere e proprie stragi di innocenti, sino alla più sconvolgente questa mattina a Lampedusa, che non si può girare attorno alla necessità assoluta di decisioni e azioni da parte della Comunità internazionale e in primo luogo dell’Unione Europea». Per il presidente Napolitano si rendono necessari presidi sulle coste straniere: «È indispensabile stroncare il traffico criminale di esseri umani in cooperazione con i paesi di provenienza dei flussi di emigranti e richiedenti asilo. Sono pertanto indispensabili presidi adeguati lungo le coste da cui partono questi viaggi di disperazione e di morte».
Vicepresidente Lega Nord Gianluca Pini: E’ bufera sulla Lega dopo che Gianluca Pini, vicepresidente del Gruppo a Montecitorio, ha detto che “La responsabilita’ morale della strage che sta avvenendo nelle acque di Lampedusa e’ tutta della coppia Boldrini-Kyenge”. “La loro scuola di pensiero ipocrita che preferisce politiche buoniste alle azioni di supporto nei paesi del terzo mondo porta a risultati drammatici come questi” ha spiegato.
“Continuando a diffondere senza filtri messaggi di accoglienza si otterrà la sola conseguenza di mietere più vittime di una guerra. Tanto la Boldrini quanto la Kyenge hanno sulla coscienza tutti i clandestini morti in questi ultimi mesi”, ha aggiunto.
IL MINISTRO E LA LEGA – In merito alle affermazioni del vicepresidente della Lega Nord Gianluca Pini che, giovedì, ha accusato il ministro di responsabilità morale per la tragedia di Lampedusa, la Kyenge risponde laconica che «oggi è stato raggiunto un punto di non ritorno rispetto a questa forza politica. Se uno vuole prendere il palcoscenico, non è questo il momento per farlo».
Un atteggiamento stigmatizzato anche dal ministro dell’Istruzione, Maria Chiara Carrozza: «Le dichiarazioni di Pini sono inaccettabili e irriferibili, neanche le prendo in considerazione, non si possono fare questi discorsi».
BOSSI – “La Bossi-Fini è l’unica piccola difesa che è rimasta al Paese” ha rilanciato Umberto Bossi, parlando con i cronisti in Transatlantico. “Bisogna stare attenti a non dare messaggi sbagliati, sennò la gente arriva qui in massa”, ha spiegato Umberto Bossi. “Sbagliano tutti coloro che mandano messaggi che attirano la gente – ha aggiunto il Senatur – non solo Kyenge-Boldrini, è un problema della sinistra”. Un ammorbidimento della legge sull’immigrazione “non serve. Il problema è che insistiamo a mandare messaggi come se in Italia ci fosse lavoro per tutti. Ma lavoro non c’è nemmeno per gli italiani, figuriamoci per gli altri”.
MARONI – Il segretario della Lega, Roberto Maroni, non ha voluto commentare le dichiarazioni di Pini. “Oggi – ha detto Maroni declinando la domanda – parlo di Olimpiadi. Non ho commenti da fare”. “La tragedia di Lampedusa doveva essere evitata. Ma governo e Commissione europea non fanno nulla per impedire la partenza dei barconi” ha poi scritto il segretario federale della Lega Nord, Roberto Maroni, su Twitter.
COTA – Esprime cordoglio per la “vera tragedia” di Lampedusa il presidente del Piemonte Roberto Cota ma aggiunge: “da uomo politico dico che per evitare che queste cose si ripetano bisogna stare molto attenti in tema di immigrazione, è una materia da gestire con competenza, pesando le parole”. “Chi ha incarichi di governo – afferma il Governatore del Piemonte – deve essere cauto nel dire che le regole in vigore non vanno bene e che tutti devono poter entrare liberamente sul nostro territorio, perché è come dire che queste regole possono essere violate”. “E’ un messaggio pericoloso – aggiunge – che in realtà spiana la strada proprio a chi organizza queste vere e proprie tratte di essere umani. Il principio che ci deve guidare – conclude – dev’essere prima di tutto quello di aiutarli in maniera efficace a casa loro”.
BORGHEZIO – “La tragedia umana che si è consumata nelle acque di Lampedusa pesa come un macigno sulla responsabilità morale anzitutto della Commissione europea, perché fino ad oggi non ha mai dato risposte concrete alle nostre richieste di accordi per impedire la partenza delle carrette della morte”. Così l’europarlamentare leghista Mario Borghezio interviene nella polemica. “Subito dopo, però, viene la responsabilità dei demagoghi di Stato – dalla Boldrini alla Kyenge – che continuano in maniera irresponsabile a diffondere dalle loro ‘cadreghe’ istituzionali messaggi che non possono non essere recepiti dai disperati di tutto il mondo se non come un appello del tipo ‘Venite qui che vi accogliamo tutti a braccia aperte'”.
FINOCCHIARO: Anna Finocchiaro ha stigmatizzato le accuse lanciate dalla Lega al ministro Cecile Kyenge e alla presidente della Camera, Laura Boldrini. “Di fronte a questa tragedia trovo affermazioni come quelle dell’onorevole Pini, che addossa la responsabilità’ di quanto è accaduto alla presidente della Camera e alla ministra Kyenge, non soltanto del tutto fuori contesto, ma misere e inaccettabili dal punto di vista prima che politico, morale”.
VENDOLA – “La Bossi Fini è una delle cause delle tragedie” ha detto il leader di Sel e presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola.
“Il fatto che in Italia non sia possibile entrare regolarmente, che la modalità sia così complicata – per avere il permesso di soggiorno bisogna avere un contratto di lavoro, per avere un contratto di lavoro bisogna avere il permesso di soggiorno – è un assetto ideologico, post fascista, razziale che ha consentito ai mercanti di carne umana di arricchirsi e al nostro mare di diventare il più grande cimitero all’aria aperta che c’è nel mondo, con 15mila-20mila cadaveri che non sono frutto di un naufragio, ma frutto di una logica economica e politica sciagurata”, ha sottolineato. “O l’Europa e l’Italia si aprono e guardano con umanità e con senso di realtà a questo Mediteranneo, oppure dobbiamo avere almeno la compiacenza di non piangere lacrime di coccodrillo su quelle povere vite umane”, ha chiarito Vendola.
BARROSO – In una telefonata al vicepremier Alfano, il presidente della Commissione Ue, José Manuel Barroso, ha ribadito la volontà dell’esecutivo Ue di fare tutti gli sforzi per evitare il ripetersi di queste tragedie che “sono senza dubbio tragedie che riguardano tutta l’Ue”. “La Commissione sostiene gli sforzi per aumentare le risorse a Frontex”, ha ricordato Barroso. “I Paesi del Consiglio d’Europa e dell’Ue devono mostrare maggiore solidarietà con l’Italia e gli altri” in prima linea sul fronte degli arrivi degli immigrati irregolari, ha invece sottolineato il Consiglio d’Europa in una nota.
PAPA – “Viene la parola vergogna: è una vergogna!”, ha esclamato ‘a braccio’ Papa Francesco riferendosi al naufragio di Lampedusa. “Parlando di pace, parlando della inumana crisi economica mondiale, sintomo grave della mancanza di rispetto per l’uomo, non posso non ricordare con grande dolore le numerose vittime dell’ennesimo tragico naufragio avvenuto oggi a largo di Lampedusa”. Così il Papa ha parlato a braccio nel corso di un’udienza ai partecipanti ad un convegno sulla enciclica ‘Pacem in terris’ scritta da Giovanni XXIII 50 anni fa. “Viene la parola vergogna. E’ – ha ripetuto Bergoglio tra gli applausi – una vergogna“. “Preghiamo insieme Dio – ha detto ancora il Papa – per chi ha perso la vita: uomini donne bambini, per i famigliari e per tutti i profughi. Uniamo i nostri sforzi perché non si ripetano simili tragedie. Solo una decisa collaborazione di tutti può aiutare a prevenirle”.
BAN KI MOON – La morte dei migranti africani a Lampedusa “deve spingere all’azione”. Lo ha detto il segretario generale dell’Onu Ban Ki moon.
UNICEF – Accoglienza e protezione dei migranti che arrivano in Italia. A chiederlo è ancora una volta l’Unicef. “Esprimo a nome dell’Unicef Italia cordoglio e dolore per l’ultima tragedia che si è compiuta questa mattina a largo delle coste della Sicilia. Ancora un altro barcone, altri migranti, altre notizie di persone che hanno perso la vita durante l’ennesimo viaggio della speranza. Ancora altri bambini coinvolti”. Lo scrive in una nota Giacomo Guerrera, presidente dell’Unicef Italia e ammonisce: “Appare sempre più necessario garantire ai migranti accoglienza, a partire da un arrivo in condizioni di sicurezza nel nostro territorio. Dobbiamo accogliere e proteggere tutti i bambini che giungono in Italia, perché non si trovino mai più ad affrontare viaggi estenuanti che già troppe volte si sono conclusi in un dramma, evitabile e prevedibile”.
Silvia Morini
UIL Frosinone
(*Fonti:
http://www.corriere.it/
http://qn.quotidiano.net/
http://www.agi.it/
http://www.ilmondo.it/
http://www.newsit24.com)