I malumori nel Pdl
Non tutto il Pdl accetta con entusiasmo la mossa a sorpresa decisa da Silvio Berlusconi.
Le dimissioni di massa «imposte» a tutti i ministri suscitano anzi più di un malumore. Che prende però forma solo nelle parole esplicite di Fabrizio Cicchitto: «Prima di arrivare a questo passo – ha spiegato l’ex capogruppo – sarebbe stata necessaria una discussione approfondita negli organismi dirigenti e nei gruppi parlamentari del Pdl».
IL SILENZIO DI QUAGLIARIELLO – Gaetano Quagliariello preferisce non commentare a caldo, rinviando a un altro momento: «Dirò come la penso domani mattina al Festival del Diritto di Piacenza dove sarò presente con Stefano Folli», spiega, ed il suo silenzio appare significativo soprattutto alla luce dei dubbi espressi a più riprese nelle scorse settimane a proposito della linea dura invocata dai falchi all’interno del Pdl.
MONTEZEMOLO SI APPELLA AI DIRIGENTI DEL PDL – Significative anche le parole di Luca Cordero di Montezemolo, molto dure nei confronti di Berlusconi: «Le dimissioni dei ministri del Pdl, in un momento difficilissimo per il Paese, sono un atto di grave irresponsabilità». Dichiara, prima di rivolgersi ad alcuni esponenti di vertice del partito berlusconiano: «Spero che persone come Lupi, Quagliariello, Sacconi, Gelmini, Lorenzin e lo stesso Alfano, riflettano bene prima di decidere di assecondare, fino alla fine, una deriva populista e irresponsabile che riporta il paese sul ciglio del baratro e che non corrisponde al sentire di milioni di elettori moderati».
GELMINI CONVINTA DELLA SCELTA – Non sembra intenzionata a rispondere all’invito Maria Stella Gelmini: «Anche chi ha puntato con fiducia e serietà sulla stabilità e sulla sfida delle larghe intese – dichiara – ha dovuto alla fine convincersi che decisamente poco, quasi meno di niente, è venuto dall’altra parte politica». Imu e Iva hanno il loro peso, ma l’ex ministro della Pubblica Istruzione non nasconde l’importanza della vicenda giudiziaria di Berlusconi: «Un alternarsi di barbarie, dilettantismo politico e silenzio ha accompagnato la richiesta sacrosanta di un giudizio dell’Alta Corte in materia di retroattività di una legge. Ed è di fronte a questa lesione del diritto che abbiamo potuto misurare la violenza della cultura politica che anima forse la potenziale nuova maggioranza, ma anche la natura del silenzio di chi ha avuto come alleato Berlusconi e non hai pronunciato una sola parola di lealtà politica e rispetto sull’uso politico della giustizia».
FASSINA: CAMBIARE SISTEMA ELETTORALE – L’ipotesi su cui molti riflettono è un governo di scopo, incentrato sulla riforma elettorale e la legge di stabilità: «Con Napolitano siamo pronti a cercare una soluzione parlamentare per andare avanti con l’approvazione della legge di stabilità e una nuova riforma elettorale», ha infatti detto il viceministro dell’Economia Stefano Fassina intervenendo all’edizione straordinaria del Tg de La 7. «Non approvare la legge di stabilità vuol dire fare molto male all’Italia – ha aggiunto Fassina – gli italiani non si fanno prendere in giro da quest’ultima trovata di Berlusconi, Letta non è potuto intervenire sul rinvio dell’aumento dell’Iva perché il governo non aveva più la maggioranza. Oggi il Pdl è isolato e disperato, le responsabilità sul mancato rinvio dell’aumento dell’Iva è solo loro».
IL M5S: SUBITO AL VOTO – In tema di Letta bis, o di un eventuale altra premiership, si torna a guardare all’area del M5S, possibile stampella di un governo di scopo: «Il M5S non ha nel suo dna la possibilità di realizzare accordi o alleanze né per Governi normali, nè per Governi di scopo». Taglia corto il senatore Nicola Morra del M5S. Un pensiero condiviso anche da altri esponenti di punta del movimento grillino: «Nessuna analisi politica. Non deve interessarci il gioco delle strategie e di giocare ai piccoli onorevoli – scrive su Facebook il deputato Luigi Di Maio -. Loro (Pd e Pdl) hanno fallito e noi vinciamo le prossime elezioni». Sempre su Facebook il senatore Vito Crimi esulta per le dimissioni dei ministri pdl: «Non ne sentiremo la mancanza come non sentiremo la mancanza di tutto il governo. Tutti a casa».
LA TENUTA DEL PDL – Ma non tutti sono certi dell’obbedienza dell’intero gruppo parlamentare pdl: «Non penso che un gesto così grave – afferma ad esempio Pierferdinando Casini – possa essere accettato da quanti nel Pdl hanno sempre lavorato alla creazione di una vasta area moderata e popolare». Un chiaro invito a rifondare il centro, raccogliendo i tranfughi del movimento berlusconiano. «Nel giorno in cui sembra prevalere l’irresponsabilità – gli fa eco il segretario dell’Udc Lorenzo Cesa – mi auguro che per le tante persone davvero moderate e di buonsenso presenti nel Pdl questo sia il momento di una profonda riflessione, in nome del bene comune e del supremo interesse nazionale».
Silvia Morini
UIL Frosinone
(*Fonti:
Rai Radio1Rai
http://www.corriere.it/)