06/07/2017 | Welfare.
Il Rapporto INPS 2017, reso noto in questi giorni, conferma un dato allarmante che già da tempo avevamo intercettato: fare figli in Italia è un lusso alla portata di pochi.
Il Rapporto, infatti, sottolinea come le donne occupate prima della nascita di un figlio, dopo 2 anni dalla loro nascita, subiscono un taglio, pari al 35%, del salario e, ancor peggio, una donna su quattro, occupata, è costretta ad abbandonare il lavoro nei due anni successivi alla nascita, trend in aumento negli ultimi anni.
La maggior parte delle lavoratrici, soprattutto a tempo determinato, e quelle precarie non possono permettersi il lusso di avere un figlio. La mancanza di tutele certe, la scarsità dei servizi di cura e assistenza , la difficoltà di conciliare lavoro e vita privata aggrediscono inevitabilmente anche il tasso di natalità del nostro Paese, mai stato così basso dall’Unità d’Italia.
Diventare madre o più in generale genitore non è più una libertà per l’individuo, ma in queste condizioni di mancanza di sostegno efficace alla genitorialità diviene addirittura un costo.
È necessario investire sui servizi di welfare dedicati alle famiglie, ma ancor più compiere quella rivoluzione culturale nel riconoscimento della pari responsabilità di cura e assistenza anche per i padri. A partire dal riconoscimento del congedo parentale obbligatorio per i padri, che non può essere solo figurativo, come gli attuali 2 giorni, ma deve concretizzarsi in un numero maggiore di giorni, incentivando quindi, l’utilizzo della misura stessa.
Il rapporto INPS, infatti, certifica che, nonostante la presenza dell’istituto “ figurativo” per i padri lavoratori dipendenti, solo una percentuale bassissima ne usufruisce: su 230.000 mila nascite del 2015, solo 72.000 padri hanno utilizzato il congedo parentale obbligatorio.
La mancanza di politiche a sostegno della genitorialità si ripercuote anche e inevitabilmente su tutto il sistema previdenziale.
Sostenere e attivare politiche di conciliazione a favore della genitorialità rappresenta invece un’opportunità per un Paese che deve guardare al futuro, che diversamente rischierebbe il collasso.
06 luglio 2017
UIL Frosinone
(*Fonti:
www.uil.it)