«Petrolchimico Eni? Non si possono svendere i gioielli di famiglia»
10/11/2015 | Sindacato.
Il Segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo, a Brindisi per partecipare a un convegno sullo sviluppo del Sud, organizzato dalla Uil territoriale.
“In Italia, fare impresa è un’impresa; nel Sud è un miracolo. A frenare lo sviluppo del Mezzogiorno – ha precisato Barbagallo – ci sono troppi giri e troppe prese in giro: il patto di stabilità non permette di spendere i soldi, quando si hanno progetti non ci sono le risorse e quando si riesce ad avere i soldi a disposizione, poi, non ci sono le autorizzazioni. Noi siamo pronti a fare la nostra parte e a concedere, per un tempo determinato, la flessibilità salariale, di orario e di organizzazione del lavoro necessaria a favorire insediamenti produttivi nel nostro Mezzogiorno. Il Governo, dal canto suo – ha ribadito Barbagallo – deve assicurare le infrastrutture, la fiscalità di vantaggio e la sburocratizzazione per le autorizzazioni”.
Il leader della Uil, poi, è intervenuto anche sulla questione delle prospettive del petrolchimico brindisino dell’Eni e sul dibattito relativo al rapporto tra industria e ambiente.
“Noi partiamo da un principio generale semplice e netto: non si possono svendere i gioielli di famiglia, e questo vale anche per la realtà industriale brindisina. Inoltre, per poter risolvere i problemi ambientali sul territorio – ha sottolineato Barbagallo – è necessario che le grandi imprese proseguano nella loro attività, perché sono le sole ad avere le risorse necessarie a coniugare il diritto al lavoro con il diritto alla salute e alla sicurezza. Infine – ha concluso il Segretario della Uil – bisogna determinare le condizioni perché ci sia un indotto che leghi le grandi aziende, come il petrolchimico Eni, al territorio in cui operano”.
Brindisi, 10 novembre 2015
Uil Frosinone
(*Fonti:
www.uil.it)