Voto trasversale in Senato sulle unioni civili, con il Pd che in commissione Giustizia vota insieme a M5S e Psi mentre il Nuovo Centrodestra vota contro. Esulta il senatore Dem Andrea Marcucci: “È il primo importante passo. Ora aspettiamo il via libera del Senato sulle unioni civili entro fine maggio. Il testo della collega Monica Cirinnà è di natura parlamentare: oggi abbiamo dimostrato che c’è un’ampia maggioranza in grado di colmare un gap storico con il resto dell’Europa”. “Il provvedimento ricalca il modello tedesco – aggiunge Marcucci – così come Matteo Renzi aveva proposto durante le primarie del Pd”.
La speranza è che questa volta si arrivi davvero ad una decisione (senza andare a scomodare chissà quali anni addietro, il Premier Matteo Renzi affermava:
11/06/2014:“Non chiamatele nozze gay ma civil partnership. Il modello è quello tedesco: le coppie omosessuali potranno iscriversi all’ufficio dello stato civile in un apposito registro dedicato ai ‘matrimoni’ tra persone dello stesso sesso. In questo modo potranno usufruire degli stessi diritti e doveri delle coppie eterosessuali sposate: reversibilità della pensione, diritto alla successione in caso di morte e la possibilità di assistenza negli ospedali e nelle carceri nonché di partecipare ai bandi per le case popolari. Con una postilla: non potranno chiedere un bambino in adozione, ma un partner potrà adottare il figlio dell’altro per garantire una continuità relazionale.”. Rimandato prima a settembre, successivamente più volte, è trascorso un anno).
Ovvia, vista la sua composizione, frattura all’interno della maggioranza. Per Maurizio Sacconi, “Pd e 5 Stelle, sul disegno di legge istitutivo del matrimonio omosessuale, hanno espresso prima che un voto una cultura comune che mette in discussione il compromesso repubblicano che diede luogo alla nostra Costituzione, ove il matrimonio è collegato alla “società naturale“. Il senatore dell’Ncd ribadisce il voto contrario di Ncd, ma spiega: “Si tratta di un atto divisivo della nazione anche se non investe il patto di maggioranza costruito sulla emergenza economico-sociale”.
Il testo, presentato da Monica Cirinnà (Pd), relatrice del provvedimento, “disciplina delle unioni civili” per le coppie omosessuali e la convivenza in genere: le coppie sono definite “famiglie”, è “vedovo” chi sopravvive al partner e prevede il diritto alla pensione del compagno deceduto. In sostanza crea un nuovo istituto fondato sull’articolo 2 della costituzione, che riconosce diritti sociali alle coppie formate da persone dello stesso sesso, “avvicina” le unioni gay al matrimonio introducendole nel codice civile.
C’è il riconoscimento di diritti anche per i conviventi – eterosessuali od omosessuali – tra i quali il subentro nel contratto d’affitto, l’assistenza in ospedale, il mantenimento temporaneo dell’ex partner in difficoltà, e la possibilità di regolare i rapporti patrimoniali di fronte a un notaio.
Viene estesa poi alle unioni civili la cosiddetta stepchild adoption, ossia l’adozione del bambino che vive in una coppia dello stesso sesso, ma che è figlio biologico di uno solo dei due, prevista già dall’articolo 44 della legge sulle adozioni per le coppie eterosessuali.
Nel testo Cirinnà l‘unione si sottoscrive di fronte a un ufficiale di stato civile, alla presenza di due testimoni e viene iscritta in un registro comunale. È certificata da un documento che attesti la costituzione dell’unione e che deve contenere: dati anagrafici; regime patrimoniale; residenza. Si può scegliere uno dei due cognomi o decidere di adottare entrambi i cognomi. I matrimoni contratti all’estero, inoltre, saranno trascritti come “unioni civili”.
L’unione civile non potrà essere realizzata se una delle parti: è ancora sposata; è un minore, salvo apposita autorizzazione; ha un’interdizione per infermità mentale; ha un legame di parentela; è stata condannata per omicidio consumato o tentato sul coniuge dell’altra parte.
Per quanto riguarda il regime giuridico ovvero diritti e doveri reciproci, figli, residenza, concorso negli oneri, abusi familiari, interdizione, scioglimento dell’unione nel testo si applicano gli articoli del codice civile.
Il testo riconosce alla coppia diritti di assistenza sanitaria, carceraria, unione o separazione dei beni, subentro nel contratto d’affitto, reversibilità della pensione per il coniuge e i doveri previsti per le coppie sposate.
Proprio le unioni civili erano nel programma di Matteo Renzi, ma fino a questo momento erano state rimandate anche per la divergenza di posizione con gli alleati di governo del Nuovo centrodestra. “Un passo avanti essenziale verso un Paese più moderno, più aperto, più inclusivo”, ha commentato su Twitter Emanuele Fiano (PD). Entusiasta anche il senatore democratico Sergio Lo Giudice: “Una prima tappa verso l’uguaglianza delle coppie gay e lesbiche e delle loro famiglie. L’Italia potrà garantire l’emersione dalla clandestinità e l’acquisizione di quella dignità sociale negata da una legislazione cieca e discriminatoria”.
Ma l’Italia è un Paese particolare si sa, forse sarebbe più corretto definirlo “paese” in quanto “piccola frazione del Mondo”, ed allo stesso modo chiamare “ottusità” quelle che a bella posta vengono definite “tradizioni“: critica Forza Italia, Lega Nord e Ncd. “Chi paga?”, ha commentato il forzista Malan. “Mette in discussione il compromesso repubblicano”, ha detto invece Maurizio Sacconi di Area popolare, “che diede luogo alla nostra costituzione ove il matrimonio è collegato alla ‘società naturale’”. Idea condivisa da Federica Chiavaroli – vicepresidente del gruppo al Senato di Area popolare Ncd-Udc – per la quale il matrimonio rimane “solo tra un uomo e una donna” spingendoci a chiederci per quanto ancora dovremo rimanere fedeli ad un testo religioso in uno Stato laico, e, volendosi distaccare dalla religione, per quanto rimarremo in una concezione “paleolitica”, ovviamente accettando il progresso soltanto negli aspetti che ci fanno comodo e rifiutando quelli che portano davvero a conquiste sociali progressiste. La preoccupazione maggiore dei dissidenti è indirizzata alla pratica dell’utero in affitto (di cui non si è discusso, dunque discorso completamente fuori luogo) per cui Maurizio Gasparri (Fi) ha espresso molte perplessità: “È incredibile che coloro che hanno fatto battaglie femministe diventino promotrici di una proposta in base alla quale la donna si potrà ridurre ad un oggetto che a pagamento mette al mondo figli per conto di terzi”. Forse Gasparri ha le idee un po’ confuse sul significato di “femminismo” e di libertà di scelta della donna, inviolabile e individuale. Bisognerebbe spiegargli che “Il corpo è mio e lo gestisco io”, ha molteplici sfaccettature, una delle cui innegabili, restringendo il campo alla gravidanza, significa non solo quando partorire, ma anche come, perché e se. E nel come e perché va a morire qualsiasi obiezione miope e faziosa.
D’altronde non è di certo la prima volta che il femminismo viene strumentalizzato, come non è di certo la prima volta che a parlare di gravidanza è un uomo, che fino a prova contraria non può rimanere incinta.
Insomma sarebbe ora di adeguarci al resto del mondo civilizzato (ricordandoci che l’assenza di norme che regolano le unioni civili, ed in particolare tra coppie omosessuali, ci fa accumulare ogni giorno debito, poiché sanzionati dall’Unione Europea proprio a causa di tale mancanza, come ribadito pochi giorni addietro in Commissione Europea riunita a Strasburgo, in cui siamo stati giustamente accusati di non riconoscere diritti umani alle persone del circuito LGBT).
Dunque sperando che per qualche “fortuito caso” o “vizio di forma” il testo non venga bloccato in Senato, attendiamo altri due mesi prima di gioire, ed in questi mesi di ulteriore “letargo forzato”, avremmo voglia solo di dire “Sveglia!“: è il 2015, maledizione, rassegnatevi e andate oltre, perché il mondo non si ferma solo perché voi siete rimasti indietro.
Silvia Morini
Uil Frosinone
(*Fonti:
Sky Tg 24
“Il fatto quotidiano”)