Dichiara Magda Maurelli, Segretario Generale UIL Tem.p@: “Questo è quello che purtroppo accadrà a seguito dell’accordo sul lavoro autonomo che prevede un equo compenso di 3 mila euro lordi l’anno che tradotti sono 250 al mese”.
Un accordo che svilisce il lavoro dei giornalisti, rendendoli ricattabili e a rischio sfruttamento dando il via libera ad un’occupazione sottopagata e precaria.
Prosegue la Maurelli: “Sono oltre 10.000 i giornalisti freelance, circa il 60% all’interno del settore che svolgono gli stessi lavori dei loro colleghi ma con contratti di collaborazione o a partita iva. Gran parte di loro sono giovani, motivati, curiosi di mettersi in campo nei confronti di una professione dedita alla verità e all’informazione libera ma che, grazie ad una compenso decisamente non equo, si ritroveranno in difficoltà nel mantenere questa professione. “. Inoltre, l’accordo sul lavoro autonomo apre la strada ad una serrata concorrenza tra dipendenti e precari, si produrrà cosi una schiera di giovani sottopagati, utilizzati proprio per questo da quotidiani, agenzie e periodici.
A parità di quantità e qualità di lavoro svolto, un giornalista autonomo viene a costare al datore di lavoro cifre esigue rispetto ad un dipendente.
L’accordo raggiunto lede la dignità dei lavoratori, il principio di equità e la qualità dell’informazione, per questo motivo affinché si possa correggere un provvedimento oggettivamente sbagliato chiediamo al Ministro della Cultura Dario Franceschini un diretto intervento.
Conclude la Maurelli: “Secondo la nostra Costituzione il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e alla qualità del suo lavoro e sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa. 250 euro lordi al mese decisamente non possono permettere ad una persona di avere una vita dignitosa. Grazie ad un compenso di questo tipo la professione del giornalista sarà solo per i single, ricchi di famiglia o per coloro che dovranno dividersi tra due o tre lavori per poter vivere con la passione dell’informazione”.
(*Fonti:
http://www.uiltemp.it)