Parlamento Europeo:

Elezioni 2014, Composizione, Competenze

Il Parlamento Europeo è composto attualmente 751 mebri.

L’Italia è stata suddivisa in 5 macro regioni a cui spetta un numero preciso di seggi. Il totale dei seggi che spettano all’Italia è di 73; essi verranno attribuiti attraverso un sistema proporzionale in cui ogni cittadino può esprimere la propria preferenza per un singolo candidato. Ecco l’attuale composizione del Parlamento europeo.

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Il Parlamento europeo è una delle tre istituzioni che insieme al Consiglio e alla Commissione Europea, partecipano al processo legislativo dell’UE. Le competenze del Parlamento europeo sono:

  1. la discussione e l’approvazione delle normative europee;
  2. la discussione e l’approvazione del bilancio UE;
  3. il controllo sulle altre istituzioni dell’UE;
  4. l’approvazione o richiesta di dimissioni di tutti i membri della Commissione Europea;

Il Parlamento Europeo, così come gli altri due organi, non ha potere legislativo, che spetta ai singoli Stati membri, ma partecipa, influenza e promuove (solo su alcune materie) l’iterlegislativo.

Tuttavia, la recente storia legislativa dell’Unione Europea mette in evidenza il raggio d’influenza e i limiti di questa istituzione. Ad esempio, il Parlamento ha giocato un ruolo nell’approvazione del pacchetto di riforme dedicato al coordinamento ed alla supervisione della zona euro (Two Pack o Six Pact), ma non ha voce in capitolo durante il processo di coordinamento delle politiche economiche (semestre europeo).

In Europa, la prassi legislativa prevede che si trovi un accordo tra le parti (Consiglio, Commissione e Parlamento) prima che il testo approdi in Parlamento, dove nella maggioranza dei casi viene approvato alla prima votazione. In sostanza, il ruolo del Parlamento è importante affinché ci sia una piena convergenza in Europa, ma non è mai determinante.

Le Elezioni Europee 2014 hanno registrato una partecipazione alle urne: 43,09%. Sarebbe irrealistico aspettarsi dalle elezioni europee una partecipazione al voto pari a quella delle elezioni nazionali, ma diversi casi sono preoccupanti.

Se persino in Italia si è passati dal 66% al 53% di elettori in cinque anni, in Slovacchia si riscontra il dato preoccupante di afflusso alle urne di un solo 13%. Resta un forte divario est/ovest nei livelli di partecipazione al voto, tanto europeo quanto nazionale, dato dall’eredità del periodo socialista sulla fiducia dei cittadini nelle istituzioni.

I conservatori del PPE tengono e si confermano primo gruppo all’europarlamento, come pronosticato da tutti, nonostante azzoppati: sono il gruppo che ha perso più voti e seggi rispetto al 2009 (da 263 a 212), e li ha persi a destra verso euroscettici, populisti ed estrema destra. Il rischio, ora, è quello di una “Cameronizzazione” del PPE, che potrebbe assumere temi e politiche dell’estrema destra per cercare di recuperarne gli elettori, come già si sta posizionando Sarkozy. Ma la sconfitta di Cameron stesso in Gran Bretagna dovrebbe dimostrargli che rincorrere l’estrema destra sul suo terreno non è affatto una strategia sicura.

Gli altri gruppi di centro e sinistra si mantengono stabili. I socialisti passano da 194 a 191. Merito della crescita della SPD tedesca, ma soprattutto del PD di Renzi che si porta in dota una trentina di eurodeputati. Non sfondano, anche per colpa della débacle del PS francese e del Labour britannico. Ma se una nuova “grande coalizione” si renderà necessaria a livello europeo, come pare nelle carte, sarà una coalizione paritaria in cui i socialisti si faranno pesare. Altrettanto si mantengono sui livelli del 2009 le altre forze di centro e sinistra: liberali (da 85 a 64), verdi (da 58 a 52) e sinistra europea (da 35 a 46), di cui a turno era stata pronosticata la fine.

Le novità del quadro politico europeo vengono da destra, e sono novità particolarmente legate al proprio contesto nazionale. Il nuovo parlamento europeo vedrà probabilmente la nascita di tre gruppi politici di destra: i conservatori antifederalisti di ECR (Tories britannici, PiS polacchi) con circa 46 seggi; gli euroscettici di destra di EFD (UKIP) con 38 seggi e il gruppo d’estrema destra AEF (Front National, Lega Nord, Vlaams Belang), con circa 40 seggi. Più in là, resteranno una cinquantina di eurodeputati “non affiliati” di ogni colore politico e provenienza geografica, inclusa la fazione dei grillini.

Silvia Morini

(*Fonti:

http://it.adviseonly.com

http://www.eastjournal.net)