La Commissione europea ha deciso di assegnare grant(*) per 100 milioni di euro complessivi a una platea che riunisce circa un migliaio di startup(*) accanto a piccole e medie imprese innovative. Sono fondi destinati allo sviluppo di applicazioni software e di servizi digitali per valorizzare l’internet che sta emergendo. Bruxelles ricorda cinque settori: trasporto, salute, smart manufacturing, energia e media.
I grant rientrano nella Future Internet Public-Private-Partnership (Fi-Ppp) che ha sostenuto la costruzione di tecnologie da adoperare anche come fondamenta delle app. Finora ha supportato due progetti guidati da aziende italiane, Fitman e Xifi.
A fare da ponte tra Bruxelles e il territorio saranno 20 consorzi dell’ecosistema di internet: le categorie includono acceleratori d’impresa, piattaforme di crowdfunding(*), società di capitale di rischio, spazi di co-working, organismi di finanziamento regionali, associazioni di PMI (Piccole e Medie Imprese) e imprese tecnologiche.
“European Tech Entrepreneur of the Year”
La Commissione Europea ha assegnato il premio “European Tech Entrepreneur of the Year” (premio per “L’imprenditore in settore tecnologico dell’ anno”) alla “SoundCloud”, una startup varata da Alexander Ljung e Eric Wahlforss che ha scommesso sul pubblico interessato alla registrazione e alla condivisione di suoni come in un juke-box.
Un dato che purtroppo non sorprende è che in Italia, secondo lo scoreboard dell’Agenda digitale europea, i professionisti delle information and communication technologies (Ict) nel 2011 erano poco più del 3% sul totale della forza lavoro in Italia: le prime dell’elenco risultavano Finlandia e Svezia con quasi il 6%.
Le persone che hanno abilità medie nell’informatica raggiungevano il 19,9% del campione rispetto a una media dell’Ue a 27 Paesi del 25,3%.
Glossario e breve approfondimento dei termini presenti nell’ articolo
Grant (Grant economics)
Espressione inglese introdotta, all’inizio degli anni 1970, da K.E. Boulding per indicare la branca dell’economia che si occupa del sistema dei trasferimenti unilaterali, quale indispensabile integrazione dell’analisi economica, fino ad allora riduttivamente concepita come studio del solo scambio. L’oggetto della g. e. (caratterizzata anch’essa dal fenomeno della scarsità) è rappresentato da quelle transazioni, divenute sempre più rilevanti e frequenti negli attuali sistemi economici, nelle quali una parte corrisponde a un’altra beni o servizi senza ricevere alcun valore economico in cambio (non si escludono, tuttavia, ritorni in termini di beni non economici). Dal punto di vista contabile, tali transazioni comportano una redistribuzione, tra le parti interessate, della ricchezza netta (mentre questa rimane invariata nello scambio di un bene o servizio contro un valore economico ritenuto, nella contrattazione, equivalente). Una rilevanza particolare assumono quei trasferimenti unilaterali in cui almeno uno dei contraenti sia un’autorità pubblica, dotata di potere coercitivo: le imposte, i sussidi, le pensioni sociali, gli stanziamenti del governo centrale per le amministrazioni locali ecc., rientrano nell’ambito della cosiddetta public grant economics.
Start Up (o Startup):
Fase iniziale di avvio delle attività di una nuova impresa, di un’impresa appena costituita o di un’impresa che si è appena quotata in borsa. Il termine di derivazione anglosassone significa «partire, mettersi in moto».
Originariamente, il vocabolo venne utilizzato per indicare il processo di accensione e avvio di un computer o di altro dispositivo elettronico. La prima accezione economica faceva perlopiù riferimento alla fase iniziale di una nuova impresa nata nel settore internet o delle tecnologie dell’informazione. Il termine si è affermato, infatti, ed è entrato nel dizionario finanziario italiano, ai tempi della bolla speculativa di internet, e divenne impropriamente sinonimo di ‘matricola’ nel linguaggio di borsa.
Solitamente, le giovani imprese in fase iniziale presentano un rischio più elevato rispetto a quelle già consolidate sul mercato, rischio che esalta sia le prospettive di guadagno sia la possibilità di perdite. Queste compagnie, in caso di successo, traggono il loro vantaggio dal fatto che, essendo state appena avviate, utilizzano generalmente una limitata quantità di risorse sia umane sia finanziarie. Queste iniziative imprenditoriali spesso soccombono nel tentativo di sviluppare un prodotto o un servizio per i quali si crede possa esserci un’ampia richiesta di mercato: a causa delle entrate limitate o dei costi elevati imprevisti, la maggior parte di queste operazioni su piccola scala non sono sostenibili nel lungo periodo, senza ulteriori sovvenzioni da parte di soggetti finanziari che investano nuovi capitali.
Il tempo medio previsto nei bandi di finanziamento per questa categoria di iniziative, affinché risultino eleggibili, è di circa 5 anni, al termine dei quali l’impresa non è più configurabile come tale, indipendentemente dai risultati reddituali conseguiti.
Crowdfunding
Letteralmente: “finanziamento dalla folla”.
Teoricamente: raccolta fondi che avviene online per mezzo e tramite la nostra rete di contatti, che siano essi amici, follower o fan, e che sfrutta il potenziale enorme della viralità del web e dei nuovi comportamenti e schemi mentali facilitati dall’affermarsi dei Social Media.
Praticamente: in Italia ancora tutto da scoprire, dal momento che di esempi ce ne sono ben pochi, seppur validi. In genere vi si ricorre per raccogliere fondi e attrarre finanziamenti in vari contesti che spaziano da campagne di beneficenza, finanziamento di progetti creativi, venture capitalist, finanziamenti a start-up, progetti imprenditoriali, micro-prestiti.
Silvia Morini
(*Fonti:
http://www.ilsole24ore.com
http://www.treccani.it
http://www.altalex.com)