Italia giù del 1,8% nel 2013
La doccia fredda dell’Ocse frena le speranze di ripresa dell’economia italiana: nelle sue previsioni aggiornate l’organizzazione internazionale conferma la stima di una contrazione del Pil dell’1,8% nel 2013. Quello italiano è l’unico dato tra i Paesi del G7 ad essere negativo per l’anno in corso: la Francia registrerà a fine anno una crescita dello 0,3% (+1,4% nel terzo trimestre, +1,6% nel quarto), la Germania dello 0,7% (+2,3% e +2,4%), la Gran Bretagna dell’1,5% (+3,7% e +3,2%) e gli Usa dell’1,7% (+2,5% e +2,7%).
L’organizzazione spiega che la situazione resta delicata per l’intera Eurozona ancora “vulnerabile a rinnovate tensioni finanziarie, bancarie e sul debito sovrano“, ma “l’area euro nell’insieme non è più in recessione” anche se al suo interno il “ribilanciamento” tra Paesi in deficit e in surplus “resta incompleto“.
Nei Paesi con debito elevato “la domanda interna debole è stata compensata solo in modo limitato da esportazioni più forti“, quindi servono “riforme per aumentare la produttività“, che “aiuteranno a migliorare la competitività e le performance nell’export“, per questo “è necessario continuare a sostenere la domanda, anche attraverso politiche monetarie non convenzionali, per minimizzare il rischio che la ripresa deragli”. Anche perché “la disoccupazione resta elevata in molte economie avanzate” con il rischio che si arrivi a “un aumento della disoccupazione strutturale, che rimarrà tale anche quando la ripresa prenderà piede”.
A luglio, intanto, i prezzi al consumo nella zona Ocse sono saliti dell’1,9% tendenziale (+1,8% a giugno), spinti dalle componenti energetica (+4,5% su anno) e alimentare (+2,2%). Al netto di energia e cibo il tasso tendenziale d’inflazione Ocse è rimasto stabile all’1,5%; su base congiunturale, l’inflazione è aumentata dello 0,1% a luglio.
Silvia Morini
UIL Frosinone
(*Fonti http://www.ilsole24ore.com
“Il Sole 24 ore”
“La Repubblica”
ANSA)