Piano per la crescita contenuto nel Documento presentato da Confindustria e Sindacati
Nel giorno in cui l’Ocse mette a nudo l’Italia come unico Paese del G-7 ancora in recessione, il premier Enrico Letta rilancia il piano per la crescita contenuto nel documento presentato da Confindustria e sindacati lunedì a Genova. Intervistato dal Sole 24 Ore, Letta afferma: “Lavoreremo su tutti e tre i punti nel merito, la crescita è la priorità”. Sulla spending review, annuncia Letta, il lavoro è già avviato in vista della legge di stabilità, mentre “apriremo il confronto a breve” su fisco e industria, le altre urgenze individuate dalle parti sociali.
Il presidente del Consiglio, Enrico Letta, vuol dare subito seguito alle priorità indicate nel documento messo a punto dalle parti sociali, Confindustria e sindacati, in vista della legge di stabilità, per far ripartire la crescita e l’occupazione. Il premier entra nel merito delle proposte, rivendicando il percorso già avviato sui tagli di spesa selettivi e sulle riforme istituzionali, ma soprattutto rendendosi disponibile a quel “confronto permanente” che le parti gli hanno chiesto nel testo. A cominciare dai due capitoli più ambiziosi del documento di Genova, quelli che fanno riferimento al riassetto del fisco, con in primo piano la riduzione del cuneo in busta paga, e alle misure per l’industria.
Disponibilità sui contenuti, quindi, e insieme anche apprezzamento per l’unità delle parti sociali sulla strategia anti-crisi. Accettando quella sfida della governabilità nel fare che le parti sociali hanno messo nelle prime righe del testo: Imprese e sindacati hanno sottolineato che “È un valore da difendere perché vuol dire stabilità”, e che “assume un significato concreto se genera soluzioni ai problemi reali del paese, delle imprese e del lavoro”.
Con queste soluzioni il presidente del Consiglio si dovrà misurare, in una situazione politica in bilico, condizionata dalla vicenda di Silvio Berlusconi. La scadenza per la legge di stabilità è ormai imminente (metà ottobre) e ieri Letta ha fatto il punto con il ministro Saccomanni per impostare il lavoro. La spinta delle parti sociali verso alcune misure, e cioè meno tasse su imprese e lavoro, una politica industriale che punti sul manifatturiero, un intervento deciso sulla Pubblica amministrazione e sulla revisione del Titolo V della Costituzione, può essere un elemento importante di coesione.
Letta parla della positività del documento comune: “Soprattutto per un governo come il nostro che lavora per unire. È importante innanzitutto perché parla al futuro, con linguaggio costruttivo e con la voglia di abbassare le tensioni sociali. Mette la crescita al centro, ed il governo fa della ripresa nel 2014, con un calo della disoccupazione, il centro della propria azione.”
Gli esponenti di Confindustria, Giorgio Squinzi, e i tre leader di Cgil, Cisl e Uil, Susanna Camusso, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti, parlando dal palco di Genova convergono nella convinzione che sia necessaria una crescita che superi il 2% perché solo così si potrà creare nuova occupazione. “Una legge di stabilità per l’occupazione e la crescita” è infatti il titolo che è stato individuato per le tre pagine e mezzo di priorità indicate dalle parti.
Il documento punta a creare un circolo virtuoso: meno tasse su lavoro e imprese per aumentare il reddito disponibile delle persone e quindi fare salire i consumi. Contemporaneamente va rilanciato il manifatturiero, affrontando le questioni strategiche dell’innovazione, sviluppo della green economy, una finanza per lo sviluppo, una riduzione del costo dell’energia. E rivisto il perimetro dello Stato, rendendo più efficiente la Pubblica amministrazione.
Letta sottolinea che il merito migliore del documento delle parti è nella sua concretezza, nel suo mettere in primo piano obiettivi specifici e afferma: “Nel merito lavoreremo su tutti e tre i punti. Sul terzo, cioè quello delle riforme istituzionali e della spending review, il percorso è già avviato”, facendo riferimento ai tagli semilineari individuati per dare copertura al decreto sull’Imu, ma soprattutto ai nuovi tagli, questa volta assolutamente “selettivi e mirati” di almeno 4 miliardi, cui il governo sta lavorando. “Su fisco e industria, gli altri due capitoli individuati da imprese e sindacati, apriremo il confronto a breve”.
Renato Brunetta pone l’accento sul problema in merito all’ipotesi di progressiva riduzione del cuneo fiscale su cui il Governo sta lavorando, dovendo fare i conti con l’individuazione delle coperture. Ma proprio la revisione della spesa può dare ossigeno all’operazione, intervenendo anche sulle tax expenditure. Resta poi da stabilire la quota di riduzione che riguarderà direttamente i lavoratori e la quota che andrà a ridurre l’Irap. Su questo che Letta vuole sentire direttamente, nei prossimi giorni, il parere delle parti sociali, per poi trovare una soluzione condivisa anche all’interno della maggioranza.
Silvia Morini
UIL Frosinone
(*Fonti http://www.ilsole24ore.com
“Il Sole 24 ore”
“La Repubblica”)