La presenza crescente di persone anziane, libere dalla routine del lavoro retribuito, in condizione di potersi dedicare, finalmente, a se stessi, sta contribuendo ad aumentare vertiginosamente la visibilità delle classi di età più anziane; una parte di popolazione rimasta, per lungo tempo, invisibile sia ai politici, che agli studiosi del sociale.

Sovente, gli anziani, in una società che valuta la persona a seconda della sua capacità produttiva, finiscono per essere considerati superflui o inutili dal punto di vista economico; anzi, addirittura un problema  per i costi crescenti che rappresentano per i sistemi di sicurezza sociale e, quindi, per i bilanci dello Stato, delle  Regioni e dei Comuni.

In questa ottica, il tempo libero o liberato dagli impegni lavorativi di routine rischia di diventare tempo vuoto e, quindi, un acceleratore di processi d’invecchiamento e di marginalizzazione sociale. Allora, paradossalmente, il tempo libero può diventare una condanna, invece di una giusta ricompensa per chi ha lavorato per buona parte della sua vita.

In verità, la stragrande maggioranza degli anziani dimostra, sempre di più, una grande capacità di mantenersi attiva fino all’età avanzata, impegnandosi nelle attività più diverse, a seconda delle differenti opportunità presenti e delle abilità personali.

Alla luce di quanto esposto, appare necessario  un “Piano Pedagogico” che si proponga di educare la società alla valorizzazione delle risorse umane nelle loro diverse forme ed età e di portare, in particolare, l’anziano a prendere coscienza dei propri limiti, ma soprattutto dei punti di forza sui quali far leva, per condurre l’ultimo segmento della propria esistenza in maniera gratificante per sé e utile per gli altri.

In effetti stanno crescendo iniziative pubbliche tese a creare occasioni d’impiego degli anziani in attività che consentono anche risparmi notevoli per le finanze pubbliche, come: “Nonni a  Scuola“, “ Il Nonno Vigile “,  “ Anziano per Anziano “,  “Il Nonno Manutentore del Verde Pubblico “.

Da qualche tempo, insieme a queste attività stanno nascendo, soprattutto in alcuni Paesi europei e città del Nord e Centro Italia ( Torino, Parma, Ancona e Modena ) gli “ ORTI URBANI “, piccoli lotti di terra del demanio di 50 / 100  metri quadrati, concessi a titolo gratuito per 5 o 6  anni, soprattutto a persone anziane, per occupare utilmente il tempo e coltivare verdura  che va ad incrementare la dispensa famigliare.

Noi crediamo che  “l’Orto Urbano “ , oltre ad incentivare l’orticoltura , abbia anche una rilevante funzione sociale, ecologico-ambientale, didattica, terapeutica e d’integrazione al reddito.

E’ noto, infatti, che coltivare la terra aiuta le persone anziane a sentirsi attive e aumenta le loro difese immunitarie, rallenta il loro declino psicofisico e regolarizza il ciclo veglia-sonno, combatte la solitudine e la depressione..

Non è da sottovalutare, infine, la grande funzione didattica e culturale dell’orto, che, come dimostrano le esperienze di Torino, Parma e Modena può essere trasformato in vero e proprio laboratorio botanico o in orto scolastico,  ove  gli alunni in visita  apprendono e sperimentano il ciclo vegetativo dei prodotti della terra e si realizza un vero e proprio scambio intergenerazionale tra nonni, genitori e  bambini.

Per queste ragioni, La Uil Pensionati di Frosinone  chiederà soprattutto alle Amministrazioni dei  comuni più grandi della provincia, a partire dal Comune Capoluogo, che sicuramente hanno a disposizione appezzamenti di terreno inutilizzati , di metterli a disposizione, gratuitamente,  di anziani ( anche mediante apposito regolamento ) per  realizzare  anche in Ciociaria gli “ORTI URBANI “.

 

Data:  13  novembre 2007.

Domenico Fracasso