CONTRATTARE NEL TERRITORIO, PER TUTELARE MEGLIO LA DIGNITA’ E I DIRITTI DEL CITTADINO ANZIANO

Giuliano di Roma, 20 dicembre 2007 – Sala “ Madre Caterina Troiani “

 

NOTA INTRODUTTIVA 

Con il progressivo decentramento operato dalla Legge Bassanini nel 1997 e dalla Riforma del Titolo V della Costituzione del 2001, regioni, province e comuni, come enti più vicini ai cittadini, sono stati chiamati a soddisfare, in via prioritaria, i bisogni dei cittadini stessi, assumendo poteri decisionali in materia di servizi, di tributi e di entrate, anche se, attualmente, all’interno di un quadro normativo dello Stato.

I vantaggi di queste scelte dovevano essere, soprattutto, la velocizzazione dei processi decisionali; scelte più adeguate e rispondenti alle esigenze delle comunità locali; una maggiore responsabilizzazione degli amministratori pubblici nei confronti dei cittadini, anche nelle scelte di bilancio, obbligandoli a rendere trasparenti obiettivi e costi.

In realtà, così non è stato, perché si è realizzata spesso una sommatoria di poteri tra enti centrali e periferici, con conseguente confusione di ruoli e paralisi decisionale.

A vecchi enti se ne sono aggiunti altri con relativi apparati amministrativi e con conseguente duplicazione dei costi.

Lo stesso federalismo fiscale inteso come autonomia finanziaria di entrate e di spese, mediante l’applicazione di tributi e di entrate proprie, sostitutive di quelle dello Stato, si è ridotto in una aggiunta di tasse e balzelli che  si abbattono sui cittadini.

Quasi tutti i comuni italiani sono indebitati per un ammontare complessivo di 48 miliardi di euro sui quali, annualmente, ne paghiamo 2 di interessi.

In questi ultimi 16 anni, 406 comuni, tra piccoli e medi, sono andati in dissesto. La conseguenza di questa situazione è che, per tappare i buchi, si ricorre continuamente all’aumento delle tasse locali e al rincaro delle tariffe.

Nel 2007,le famiglie italiane pagheranno mediamente 495 euro per addizionale irpef, ici e tarsu, 73 euro in più, rispetto al 2006.

A Frosinone siamo un poco più fortunati perché paghiamo 472 euro, 23 in più, rispetto al 2006, soprattutto a causa dell’aumento dell’addizionale irpef.

A ici, addizionale irpef e tarsu, bisogna aggiungere altri balzelli, come i diritti di segreteria, i passi carrabili, i ticktes e i costi delle prestazioni socio-sanitarie private, che il sistema pubblico o non è in grado di dare, oppure le dà in tempi assai lunghi.

Tutto questo ha completamente vanificato i benefici fiscali che la Finanziaria 2007 aveva previsto a favore dei redditi fissi.

E c’è pure da sottolineare che il peso crescente della tassazione locale, l’aumento continuo delle tariffe e dei ticktes e l’acquisto delle prestazioni socio-sanitarie private si abbattono soprattutto sulle pensioni, che, in questi ultimi 15 anni, hanno già perso il 40% del loro potere di acquisto e che non recuperano neppure l’inflazione programmata, a causa di un paniere non concentrato sui beni di prima necessità, sui quali si basa prevalentemente la spesa dei pensionati.

Occorre, perciò, che il Sindacato sviluppi una forte azione di tutela dei lavoratori e dei pensionati a tutto campo e a tutti i livelli, lavorando al centro sulle scelte del Governo, ma anche in periferia nei confronti di comuni, province e regioni, per tutelare i redditi fissi, per garantire l’accesso ai servizi, l’integrazione delle politiche sociali con quelle della sanità e per costruire un welfare locale che consenta l’esigibilità dei diritti sociali e di cittadinanza.

Si pone, quindi, l’esigenza di un rafforzamento della contrattazione territoriale, perché essa costituisce un momento importante di una efficace politica dei redditi, finalizzata alla difesa del potere di acquisto di salari e pensioni, mediante un controllo dei tributi,  delle tariffe e della diffusione e qualità dei servizi.

I bilanci degli enti locali non sono solo i documenti contabili delle entrate e delle uscite, ma anche un efficace strumento di politica economica e distributiva del reddito.

Di conseguenza, su di essi bisogna aprire un confronto vero, non rituale e teso solo ad una pura informazione; un confronto concertativo capace d’incidere profondamente sulle scelte economiche e finanziarie degli enti locali.

Per un salto di qualità della contrattazione territoriale e per riempirla di contenuti, il Sindacato deve puntare alla costruzione di una  piattaforma  sulla fiscalità e sul welfare locale; una piattaforma che affronti, prioritariamente, la necessità di un piano serio e trasparente di razionalizzazione, selezione e  riduzione delle spese di gestione degli enti locali.

In ciascun ente  il budget di spesa  agli assessorati dev’essere attribuito in base all’esistenza di progetti veramente mirati alle reali esigenze  della gente e del territorio.

Dobbiamo rivendicare, presso ogni comune, l’apertura di un tavolo di confronto, per concordare che eventuali aumenti d’imposte  e di tariffe siano contenuti all’interno del tasso d’inflazione e destinati alla erogazione di servizi efficienti e di qualità. e  per allargare la platea dei cittadini che possono fruire di esenzioni e riduzioni, con riferimento al reddito , ad eventuali situazioni di disagio e alla composizione del nucleo familiare.

Infine, bisogna affrontare, con decisione, l’ingiustificato aumento dei prezzi dei beni di largo consumo, che incide pesantemente sul costo della vita.

Dobbiamo lavorare affinché gli enti preposti adottino iniziative di contenimento, soprattutto attraverso il funzionamento dell’Osservatorio provinciale sul monitoraggio dell’andamento del costo della vita e le dinamiche delle tariffe dei servizi pubblici.

Domenico Fracasso