23/05/2015 | Sindacato.
Il Governo alla ricerca di 13 miliardi: rischio aumento IVA e Accise
Sotto la lente dei Commissari alla spending review
Il grande mondo delle società pubbliche
Sono oltre 8 mila le società ed enti pubblici partecipati
423 sono le società partecipate dalle amministrazioni
centrali dello Stato e 7.472 dalle amministrazioni locali
26.500 sono i consiglieri di amministrazione delle società pubbliche
22 mila persone preposte agli organi di controllo (collegi dei revisori e collegi sindacali)
2,5 miliardi di euro il costo diretto ed indiretto dei Consigli di Amministrazione di cui 600 milioni di euro per gettoni e indennità dei consiglieri di amministrazione
Oltre 5 mila enti e società hanno meno di 5 dipendenti e in 3 mila società i dipendenti sono meno dei consiglieri di amministrazione
Rischio aumenti tasse locali: in 3 anni sono cresciute del 6%
REPORT UIL SULLE SOCIETÀ PUBBLICHE E PARTECIPATE
A Cura della UIL Servizio Politiche Economiche e Territoriali
Dopo aver messo le risorse del “tesoretto” sulla rivalutazione parziale delle pensioni, il Governo è alla ricerca, di 13 miliardi di euro per scongiurare l’anno prossimo l’aumento dell’IVA e delle Accise.
Aumenti, questi, che avrebbero un effetto regressivo sui consumi e un impatto negativo sui redditi da lavoro dipendente e pensione.
I Commissari per la spending review nominati dal Governo, per recuperare risorse hanno messo sotto le lente di ingrandimento le società partecipate.
Il menu proposto dai nuovi commissari è quello già visto negli ultimi anni: ridurre radicalmente il numero delle partecipate pubbliche e recuperare così risorse pari a 2 miliardi di euro.
Sarà la volta buona? Riusciranno nel loro intento? Si potranno liberare risorse per evitare aumenti di imposte e tasse e per realizzare investimenti pubblici? E come e dove dovrebbero agire?
D’altronde anche la Commissione Europea, con le Raccomandazioni al documento di Programmazione Economica e Finanziaria, ha messo nel mirino le società partecipate e gli affidamenti in “huose” (gli affidamenti diretti).
Ma come è composto il variegato mondo delle società partecipate pubbliche?
Nel 2014, le Società, Consorzi, Enti e Fondazioni partecipati dalla Pubblica Amministrazione (Centrale e Locale), sono 8.383, di cui: 423 sono partecipate dalle amministrazioni Centrali dello Stato (il 5% del totale); 7.472 (il 92,4% del totale) sono partecipate dal sistema degli Enti Territoriali (Regioni, Province, Comuni, Unioni dei Comuni ecc); 218 (il 2,6% del totale) sono partecipate da altri Enti pubblici (Enti previdenziali, ACI ecc).
Nello specifico – commenta Guglielmo Loy, Segretario Confederale UIL – alla fine del 2014, le società partecipate dagli Enti Locali erano 7.472, in diminuzione del 3,3% (251 società ed enti in meno) rispetto al 2012, quando se ne contavano 7.723.
Le società di capitali (per azioni e a responsabilità limitata) sono diminuite del 9,6% (238 enti in meno); le società cooperative del 13,3% (31 enti); le società consortili del 4,9% (92 enti); mentre sono aumentate del 10,1% (110 enti in più) gli enti costituiti sotto altre forme giuridiche (associazioni, aziende servizi alla persona ecc.).
Sono questi i numeri contenuti nel report UIL Servizio Politiche Economiche e Territoriali sulle “società pubbliche”, redatto elaborando i dati dei rapporti della Corte dei Conti, del Ministero dell’Economia e confrontandoli e integrandoli con i dati tratti dai siti internet delle Regioni e Province (tutte), con i Comuni capoluogo di provincia.
Gli Enti costituiti in forma di società per azioni, spiega Loy, sono 1.963 (il 26,3% del totale); quelli a responsabilità limitata 2.335 (il 31,3% del totale); le società cooperative 202 (il 2,7% del totale); le società consortili 1.777 (il 23,8% del totale); le Fondazioni 561 (il 7,5% del totale); le Istituzioni 182 (il 2,4% del totale); le Aziende speciali 274 (il 3,7% del totale); gli Enti costituiti sotto altre forme giuridiche (associazioni, aziende servizi alla persona ecc.) sono 178 (il 2,4% del totale).
Del totale delle società partecipate dagli Enti Locali, 6.386 (l’85,5% del totale) sono in attività, mentre 1.086 (il 14,5% del totale) sono Enti messi in liquidazione.
Nello specifico, risultano in liquidazione 713 società di capitali, 12 società cooperative,295 società consortili, 40 tra Fondazioni ed Istituzioni, 21 aziende speciali, 5 enti costituiti sotto altre forme giuridiche.
Il cosiddetto “sistema Holding” delle partecipate degli Enti Locali si compone di 6.239 (l’83,5%) società con partecipazione diretta dei Comuni (società “madri”). Queste Società a loro volta possiedono partecipazioni in ulteriori 1.233 società (società “figlie”).
Il 12,8% (956), del totale degli Enti partecipati svolge attività strumentali degli enti Locali (attività previste per i loro fini istituzionali); il 42,5% (3.176) svolge servizi privi di rilevanza economica (teatri, farmacie comunali ecc.); il 23,3% (1.741) svolge servizi di rilevanza economica (acqua, luce, gas, rifiuti, trasporto pubblico locale); il 21,4% (1.599) svolge altre attività.
I dipendenti delle società partecipate dagli enti locali sono oltre 500 mila.
Oltre 5 mila società hanno meno di 5 dipendenti (in quasi 3 mila società i dipendenti sono meno dei componenti del consiglio di amministrazione); 2 mila società hanno da 5 a 100 dipendenti; 580 società hanno più di 100 dipendenti.
Il valore economico che ogni anno muovono le società partecipate dagli Enti locali supera i 40 miliardi di euro l’anno; mentre le perdite ammontano a 1,2 miliardi di euro l’anno.
Per esempio, nel Comune di Roma su 15 società partecipate direttamente nel 2013, 13 erano in attivo per 98,5 milioni di euro; mentre 2 (ATAC e Centro Ingrosso fiori) erano in passivo per 220 milioni di euro.
Il 62% (4.633 enti) delle società partecipate è ubicato nelle Regioni del Nord; il 21,3% (1.591 enti) nelle regioni del Centro; il 16,7% (1.247) nelle Regioni del Sud.
Per quanto riguarda le “poltrone” – continua Guglielmo Loy – tra Consigli di Amministrazione, Amministratori delegati ecc., sono 26.500, a cui vanno aggiunte oltre 22 mila persone preposte agli organi di controllo (collegi dei revisori e collegi sindacali).
Il costo per il funzionamento dei Consigli di Amministrazione ammonta a circa 2,5 miliardi di euro l’anno, di cui oltre 600 milioni di euro per gettoni e rimborsi per i consiglieri di amministrazione.
L’82,3% (21.815 persone) del totale dei Consiglieri di Amministrazione è concentrato nel Centro-Nord; il restante 16,7% (4.684 persone) nel Sud d’Italia.
È ormai indispensabile e improcrastinabile – prosegue LOY – mettere mano alla moltitudine di Enti e Società pubbliche, spesso improduttive e fonte di deficit.
Il numero delle società ed enti partecipati dalle istituzioni locali è cresciuto nel corso degli anni anche per gestire servizi che altrimenti sarebbero ricaduti sotto le “forche caudine” del Patto di Stabilità Interno (vedi rifiuti e servizi alla persona).
Da questo punto di vista, occorre distinguere le società che gestiscono servizi essenziali per i cittadini da quelle che sono state costituite “artificiosamente”: in alcune realtà, occorre razionalizzarne il numero e le funzioni, riportando molti servizi nella gestione diretta degli enti locali.
Così come è indispensabile favorire il dimensionamento delle società che gestiscono i servizi a carattere industriale con l’intento di favorire economie di scala e di ridurre il numero delle società. Ad esempio, si potrebbe pensare a un’unica società di trasporto locale per Regione e non a una moltitudine di società.
È necessario, soprattutto, sia diminuire il numero dei componenti dei consigli di amministrazione delle controllate pubbliche sia abbatterne i compensi.
Mettendo in atto queste misure si potrebbero risparmiare risorse pubbliche mantenendo nel contempo la base occupazionale e la quantità e qualità dei servizi.
D’altronde, il funzionamento delle società pubbliche, molto spesso, viene fatto pagare 3 volte: in termini di servizi poco efficaci, di aumento delle tariffe per la gestione dei servizi e di aumento delle imposte locali.
Infatti, conclude Loy, tra il 2012 ed il 20014 le imposte e le tasse locali sono aumentate del 6%: in particolare, l’IMU e la TASI del 2,2%; l’Addizionale Comunale IRPEF del 16,5%; la Tariffa Rifiuti del 12,8%.
23 Maggio 2015
Uil Frosinone
(*Fonti:
www.uil.it)