di Nicoletta Cottone
Salta il divorzio lampo senza passare dalla separazione, anche nel caso in cui i coniugi siano d’accordo. L’Aula del Senato ha stralciato nel pomeriggio di martedì la norma che lo prevedeva e che ora seguirà un suo percorso autonomo in un ddl ad hoc al quale il Pd, per voce del presidente Luigi Zanda, ha garantito sostegno assoluto.
La relatrice Filippin: stralcio per ottenere il risultato più importante del divorzio breve.
Il divorzio immediato, è stato sottolineato in aula, interessa poche persone: per ottenerlo la richiesta deve essere consensuale, non devono esserci figli minorenni, né maggiorenni con handicap gravi o non autosufficienti da un punto di vista economico. La relatrice Rossana Filippin, dopo l’assemblea del gruppo, ha dovuto mettere ai voti lo stralcio della norma. «L’ho fatto – ha sottolineato Filippin – per ottenere rapidamente il risultato più importante che è la riduzione dei tempi per il divorzio». Il presidente del Pd, Luigi Zanda, ha fatto appello all’unità politica: «Non mettiamo a rischio – ha detto – una legge che tanti italiani aspettano». M5s e Sel hanno votato contro la proposta di stralcio. Pd, Ncd, Udc, Fi a favore. La scelta del Pd è stata quella di incassare il consenso sul divorzio breve piuttosto che andare allo scontro non solo con gli alleati di governo di Ncd, ma anche con la parte cattolica del Pd.
Oggi dovrebbe invece essere la volta buona per il resto del ddl, quello sul divorzio breve, che non è stato approvato oggi dall’Aula di palazzo Madama a causa del protrarsi delle dichiarazioni di voto. Il voto finale è previsto oggi 18 marzo, alle 12,00. Poi il provvedimento tornerà in terza lettura alla Camera per il via libera definitivo.
Con il testo all’esame dell’Aula lo scioglimento del matrimonio sarà possibile entro «dodici mesi dall’avvenuta comparizione dei coniugi innanzi al presidente del tribunale nella procedura di separazione personale e di sei mesi nel caso di separazione consensuale, anche quando il giudizio contenzioso si sia trasformato in consensuale». Nel caso di separazione personale, la comunione tra i coniugi si scioglie nel momento in cui il presidente del tribunale autorizza i coniugi a vivere separati, o alla data di sottoscrizione del processo verbale di separazione consensuale dei coniugi dinanzi al presidente, purché omologato. L’ordinanza con la quale i coniugi sono autorizzati a vivere separati viene comunicata all’ufficiale dello stato civile ai fini dell’annotazione dello scioglimento della comunione. Le nuove disposizioni «si applicano ai procedimenti in corso alla data di entrata in vigore della presente legge, anche nei casi in cui il procedimento di separazione che ne costituisce il presupposto risulti ancora pendente alla medesima data».
Stefani (Lega): i figli almeno tre giorni alla settimana con ciascun genitore.
Priorità per la difesa dei diritti dei figli, ha sottolineato Erika Stefani, vice presidente dei senatori della Lega, che ha ottenuto l’impegno del governo attraverso un ordine del giorno a riformare le regole sul mantenimento e sulle visite in caso di separazione e divorzio. «Noi riteniamo che i figli, in caso di affido condiviso – ha spiegato – debbano stare almeno tre giorni alla settimana con ciascun genitore, ora infatti nella stragrande maggioranza dei casi stanno con il padre solo durante il fine settimana ed è proprio su questo presupposto che deve essere rivisto anche il mantenimento che deve essere regolato in base al periodo di permanenza con i genitori».
18 Marzo 2015
(*Fonti:
“Il Sole 24 ore”)