01/11/2014 | Sindacato.
Il premier Matteo Renzi è «come un cuntastorie siciliano»: «Fa promesse e non le mantiene. Forse ha origini meridionali come me, e per questo gli viene benissimo il gioco delle tre carte». Il primo discorso pubblico di Carmelo Barbagallo a tre settimane dall’elezione a nuovo segretario generale della Uil (il Congresso a Roma dal 19 al 21 novembre) non è per niente tenero nei confronti del presidente del consiglio. Scelto come delfino dall’attuale timoniere, che lascia dopo ben 14 anni di onorato servizio, il fedele braccio destro di Luigi Angeletti vuole scaldare il suo popolo, prepararlo allo sciopero: perché la Uil lo farà.
Ma, precisa subito Barbagallo, «lo faremo in tre, con Cgil e Cisl, o altrimenti andremo da soli». L’annuncio rimbalza da Venezia, dove sono riuniti i delegati della Uiltec (chimica, energia e tessile), e il canto della laguna del prossimo segretario generale parte proprio da una figura folkloristica della sua terra, il cuntastorie appunto. Perché lui è siciliano, di Termini Imerese: e alla Fiat palermitana, dove lavorava fin da giovane come operaio specializzato, ha ricevuto la prima stelletta, quella da delegato. Poi la scalata al sindacato, dove ha appena concluso 14 anni alla guida dell’Organizzazione, un ruolo chiave. Ha 67 anni: un po’ troppi, dicono i suoi critici, per rinnovare la Uil (ieri su questo fronte lo pungeva anche il Corriere della sera).
La platea ha applaudito quando avete parlato di sciopero. Insomma, lo volete proprio fare: e dire che all’esterno appare solo la Cgil come pronta a mobilitarsi.
«Non è così: con Cgil e Cisl saremo a Milano, Roma e Palermo il 5 novembre per sostenere le ragioni dei pensionati. E l’8 in piazza a Roma per la manifestazione unitaria del pubblico impiego. Solo che non annunciamo scioperi estemporanei…»
(*Fonti:
http://www.uil.it)