Dal nuovissimo ponte della Scienza, ai Mercati Generali, un cantiere senza fine
Ostiense: quartiere di luci e ombre, costantemente in divenire, dove i colori accesi di un aperitivo incrociano penombre poco identificabili commiste a degrado urbano a cielo aperto. Accanto il Tevere nasconde e porta via con sé contraddizioni e misteri delle sue rive e dei suoi dintorni.
Sopra di esso, troneggia il nuovo Ponte della scienza, intitolato a Rita Levi Montalcini. Un ponte imponente: 142 metri tutti pedonali in cemento armato, acciaio e legno tek per le rifiniture. Una terrazza sul fiume, queste le intenzioni degli architetti dello studio associato Andreoletti che nel 2000 vinse il concorso bandito dal Comune di Roma. Una terrazza che dovrebbe collegare lungotevere Gassman al Gazometro. Ma il condizionale è d’obbligo. Il ponte, inaugurato lo scorso maggio dal sindaco Marino, finisce contro un muro. Il muro che delimita l’area del Gazometro, attualmente inaccessibile. Qual è il suo fine allora? Perché inaugurare un ponte che non congiunge? E nel frattempo l’altra estremità del ponte, quella lato Gazometro appunto, viene utilizzata per improvvisate feste estive – con buona pace dei ciclisti che trovano la pista ciclabile invasa da biliardini e stand – e, ancora peggio, per riciclo materiali da parte di rom che bivaccano, nascosti, nell’area lungo il Tevere.
Questa la denuncia della UIL di Roma e del Lazio che, nell’ambito dell’Osservatorio sulle opere incompiute, ha svolto un’indagine per il quartiere Ostiense, evidenziandone le sue contraddizioni e i suoi perenni lavori in corso.
“Sei anni di lavori – commenta il segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri – oltre 5 milioni di euro netti per un’opera che non conduce da nessuna parte. Un ponte sul nulla! Se fosse una tela, sarebbe un’ottima trovata artistica. Un messaggio subliminale e forte. Ma siamo nel cuore della Capitale e il ponte in questione è un’opera architettonica, costata milioni di soldi pubblici e anni di disagi. Niente di più concreto quindi. Chi lo attraversa si trova davanti un muro a sbarrargli la strada. Stessa cosa sul lato destro, dove dopo circa 2-300 metri di passeggiata un muro e una siepe interrompono il percorso. Si parla di un progetto di riqualificazione generale dell’intera area, affidato all’università di RomaTre. La stessa cui è oggi affidato anche il progetto di riqualificazione degli Ex mercati Generali. Se i tempi sono gli stessi…”.
Dopo dieci anni dall’inizio dei lavori, la scena del cantiere degli Ex Mercati di via Ostiense è identica. Una facciata decorosa da lavori in corso e all’interno il grande vuoto. Nonostante un via vai di operai che entrano ed escono dal cantiere. Era il 2003 quando l’allora sindaco Walter Veltroni annunciò il progetto della “Città dei Giovani”, firmata dall’olandese Rem Koolhas che qui aveva previsto la creazione di librerie, biblioteche, palazzetto dello sport, cinema, ristoranti, una grande mediateca, due centri gastronomici e un centro fitness. Progetto che sembrava dovesse procedere spedito, nonostante importanti ritrovamenti archeologici fatti nell’area e poi nuovamente sotterrati e lasciati ai posteri. Ammontava a 320 milioni di euro il costo originario dell’opera che sarebbe dovuta essere ultimata nel 2014. Ma i tempi di avvio lavori si dilatarono fino al 2012, quando una delibera della giunta Alemanno previde una diminuzione della cubatura per la cultura, con l’eliminazione del teatro da 2400 posti e l’incremento di uffici ed esercizi commerciali. Nel giugno 2014 il diktat di Marino che diede ai Toti, i costruttori vincitori del bando, l’ultimatum di mandare avanti i lavori, pena la revoca della convenzione. Con delle modifiche: niente teatro di Koolhaas, niente nuovi esercizi commerciali, ma un grande residence per studenti e con l’affidamento dei lavori dell’area centrale a un team della facoltà di Architettura di RomaTre, guidata dall’architetto Stefano Cordeschi, lo stesso cui Parnasi ha affidato il progetto del nuovo stadio della Roma, per intenderci. Nome non nuovo al Campidoglio che nel corso degli anni gli ha affidato la ristrutturazione di Piazza Risorgimento, i Programmi di Intervento nelle Aree Basilicali per il Grande Giubileo del 2000, il nuovo teatro di Tor Bella Monaca a Roma (1998), solo per citare i più famosi.
“Un altro cantiere infinito, l’ennesimo – continua Bombardieri – uno spazio ampio che sarebbe dovuto diventare luogo d’incontro. Progetti bellissimi che si perdono nelle stanze della burocrazia e degli interessi personali. Come mai la star olandese è stata eliminata dal progetto? E come mai l’ennesimo affidamento al solito Cordeschi? Non si mette in discussione la professionalità dell’architetto di RomaTre, ma la ripetitività di certi nomi, la costante presenza nelle grandi opere della Capitale. Grandi opere spesso incompiute purtroppo. E gli Ex Mercati non sono un caso isolato”.
(*Fonti:
http://www.uilromalazio.com)