16/09/2014 | Sindacato.
Renzi soffre di “annuncite”: non c’è più tempo, il credito che vanta nei confronti del Paese durerà ancora due mesi, non mille giorni. Purtroppo, le belle parole, anche quelle del Presidente del Consiglio, non sono sufficienti a risolvere il problema, a sbloccare l’Italia: bisogna cambiare mentalità e, intanto, cominciare a modificare o abolire alcune leggi.
Il Governo deve fare ciò che dice. E non è un problema di Europa, dove nessuno ha la forza politica di fare il giudice, di emettere sentenze: dovessimo sforare il 3% non ci sarebbe nemmeno una procedura di infrazione. Il problema è che il Paese continua a essere bloccato perché prevale ancora l’idea che investire in Italia sia un azzardo. In Italia non sta investendo nessuno, perciò il Pil non cresce. Quando le aziende investivano, prima del 2008, il tasso di disoccupazione era sotto il 7% e c’era, comunque, l’articolo 18: la polemica su questo articolo, dunque, è una prova di forza che non serve a nessuno.
Vedremo se gli imprenditori, dovendo assumere qualcuno, preferiranno il contratto a tutele crescenti o, piuttosto, il contratto a termine senza causali: bisognerebbe rendere il primo più conveniente di qualunque altra forma contrattuale e allora potrebbe avere successo.
(*Fonti:
http://www.uil.it)