06/05/2014 | Sindacato.
Il presidente del Consiglio “va veloce” ma non può fare le riforme senza il sindacato. È il messaggio lanciato al governo dal segretario generale della Uil, Luigi Angeletti, nel suo intervento al Congresso della Cgil in corso a Rimini.
“Noi non siamo amanti della concertazione: l’abbiamo dimenticata, siamo laici non siamo orfani, non andiamo a rivendicare il dialogo sociale – ha affermato Angeletti – Non chiediamo al presidente del Consiglio di essere come Merkel ma come Cameron e Rajoy, come i conservatori che hanno rapporti normali con il sindacato”.
“Il Presidente del Consiglio mi è simpatico, è veloce, comunica bene – ha dichiarato il leader della Uil – ma l’impressione è che considera i sindacati come propri dipendenti, forse pensa ancora di essere il sindaco, ma si deve fare una ragione del fatto che il sindacato è rappresentazione di massa, indipendente e pensa con la sua testa.”.
“Noi siamo uno strumento e non siamo il fine – ha spiegato Angeletti – il fine sono le persone che rappresentiamo”. “Faccio gli auguri profondi e veri alla Cgil – ha detto – perché il suo successo o insuccesso condizionerà il successo o l’insuccesso della Cisl e della Uil. Ora siamo davvero nella stessa barca”. “Cerchiamo di essere ottimisti – ha proseguito il leader della Uil – Come disse il direttore del New York Times a Reagan: noi c’eravamo prima che tu arrivassi e ci saremo dopo che saremo andati via”.
(*Fonti:
http://www.uil.it)