In mostra scatti contro la violenza sulle donne
Premio ‘Lo sguardo di Giulia’, ‘Chiamala violenza non amore’.
Al via seconda edizione

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(Photo: Csakanyi Jutka)

L’uomo “perfetto” che apre la porta di casa con un mazzo di fiori, un orsacchiotto in una mano e un coltello nell’altra. Due mani insanguinate dietro un vetro. Un manichino fatto a pezzi e buttato in un cestino dell’immondizia.

C’è chi ancora definisce certi gesti un eccesso di amore e di passione. In  realtà davanti a una donna massacrata, perseguitata, violentata e uccisa non si può parlare né di amore né di passione, ma solo di violenza.

Sono le immagini, rilanciate in occasione della festa dell’8 marzo, che hanno partecipato al primo concorso fotografico “Chiamala violenza, non amore” contro la violenza sulle donne, organizzato dall’associazione Gi.U.Li.A (Il Premio “Lo sguardo di Giulia”, riservato a fotografe e fotografi italiani o che operano in Italia, è un evento annuale ideato e organizzato dall’associazione Gi.U.Li.A. (Giornaliste Unite Libere e Autonome) e premia una fotografia pensata per la pubblicazione su un giornale, un sito web o un manifesto.). Sono stati accolti 44 fotografi, professionisti e non, tra cui una decina di ragazzi non ancora maggiorenni, per un totale di 125 fotografie e 7 video.

La giuria ne ha premiati 6, ma ha ritenuto di selezionarne anche altri 22, non meno interessanti per capacità di denuncia degli stereotipi e per soluzioni formali delle opere. Le immagini sono state raccolte in una mostra itinerante per l’Italia (dall’8 marzo 2014 alla casa delle Donne di Milano e dal 19 al 24 marzo a Grosseto nella Chiesa dei Bigi ore 10-20; a maggio a Torino entro il Festival della pubblicità corretta). La mostra è composta da 20 pannelli cm 70 x 70 e da un video grafico.

La seconda edizione del concorso è stata appena lanciata, ha come tema la conciliazione (“Concilia? Fra lavoro, cura e tempo per sé”) e le immagini andranno inviate entro il 14 giugno (per richiedere info il sito è www.giuliagiornaliste.it).

Giornaliste unite per il cambiamento

giulia
Gi.U.Li.A , la rete nazionale delle giornaliste unite libere autonome, nasce in tempi di crisi grave del Paese e di attacco alla dignità della donna, ai diritti del lavoro e dell’informazione .

GIULIA si impegna per la difesa della democrazia e della Costituzione, nata dalla Resistenza, dalla quale discendono le nostre libertà e i nostri diritti fondamentali di cittadine italiane. E per la difesa dell’Unità d’Italia, da Nord a Sud, e del vincolo di solidarietà che ci rende Paese.

GIULIA è contro i bavagli. Per questo è in prima fila nella battaglia per la libertà dell’informazione e del web.

GIULIA dice basta all’uso della donna come corpo, oggetto, merce e tangente; abuso cui corrisponde una speculare sottovalutazione delle sue capacità e competenze. Serve una svolta culturale. Una rigenerazione della politica. La discriminazione delle donne nel mondo del lavoro, l’emarginazione dalla vita pubblica, sono ostruzioni che vanno rimosse: uno spreco enorme di intelligenze che indebolisce il Paese e lo spinge al declino. Vogliamo una società migliore che cresce perché riesce a dare spazio e sostegno alle proprie figlie e ai propri figli migliori, senza trascurare le persone in difficoltà. Perché una società più giusta fa bene a tutte e tutti, donne e uomini. Fa bene all’Italia.

GIULIA vuole riportare al centro dell’informazione la vita reale ; il sapere, la fatica, il coraggio, le competenze, i talenti e la creatività delle donne italiane e di tutta quella gran parte di società che oggi non ha rappresentanza sui media.

GIULIA crede che l’informazione, come l’acqua, sia un bene comune che appartiene a tutti i cittadini. Serve un lavoro di “disinquinamento” dell’informazione a tutto tondo: delle agenzie, della carta stampata ma soprattutto televisiva, veicolo di stereotipi offensivi per l’umanità e l’intelligenza delle donne, come per le speranze dei giovani e dei nuovi italiani.

GIULIA aderisce alla campagna “Riprendiamoci la Rai”. Il servizio pubblico non può più mancare al dovere di una informazione corretta, completa, rispettosa delle persone, che racconti il Paese e non solo i Palazzi, che dia voce a chi voce non ha e che non sia solo megafono dei potenti.

GIULIA vuole un cambiamento radicale nel giornalismo italiano: basta con l’informazione ad effetto, con l’uso della cronaca-spettacolo, con la manipolazione delle notizie, le censure.

GIULIA auspica un cambiamento anche nella vita delle redazioni, piene di giornaliste ma ancora dominate da logiche e interessi maschili. E’ ora che i punti di vista delle donne, attraverso le giornaliste e le loro sensibilità, siano adeguatamente espressi.

GIULIA agisce per ottenere l’equa rappresentanza delle donne nelle istituzioni e l’equa rappresentanza delle giornaliste in tutti i nostri enti (sindacato, Ordine, Inpgi, Casagit, Fondo complementare) al fine di incidere nei contratti, nell’organizzazione del lavoro e nelle priorità di welfare. Vuole che alle donne sia riconosciuto quello che spetta loro: dignità, diritti, lavoro, parità nelle retribuzioni e nelle carriere. Soprattutto rispetto.

GIULIA vuole dare voce e protagonismo a tutte le giornaliste che si riconoscono in questi valori e nell’urgenza di queste battaglie. Freelance e precarie, sottopagate e private della dignità e della libertà indispensabile per assicurare qualità e indipendenza. Giornaliste “garantite” ma discriminate, ancor più se madri, con retribuzioni più basse e carriere bloccate, emarginate se non rinunciano a esercitare un pensiero libero, critico, autonomo.

GIULIA sa quanto le giornaliste, contro ogni ostacolo, vogliano essere le più tenaci narratrici dei fatti che accadono e quanto si impegnino nella vita pubblica. Ma non basta, bisogna avere forte voce in capitolo. Per questo, se necessario, GIULIA è pronta alla disubbidienza civile.

Giornaliste unite per il cambiamento. È questo il tempo.

Silvia Morini

(*Fonti:
http://www.ansa.it

http://www.pariolifotografia.it

http://giulia.globalist.it)