Anche la Sanità deve fare la fine dei nostri Marò in India?

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16/01/2014 | Salute.

“Situazione controversa, ma dal trend prevalentemente negativo”. E’ il commento del Segretario Confederale UIL Carlo Fiordaliso alla luce dei dati del recente report del Ministero della Salute sull’attività annuale di ricovero ospedaliero in Italia.

“Drammatico il divario tra le regioni – tuona Fiordaliso – che tenderà ad intensificarsi in modo sempre più crescente e rovinoso. Cosa aspettano la nostra classe politica, i partiti e gli addetti ai lavori ad adottare provvedimenti in grado di ridare agli italiani un Sistema Sanitario Nazionale dignitoso? O anche la Sanità deve fare la fine dei Marò in India?

La UIL sostiene da tempo non sospetto l’esigenza di mettere mano al Sistema Sanitario Nazionale, che richiede inequivocabilmente una sostanziale revisione, ormai non più rinviabile.

Attuare una vera riforma del territorio puntando sulla ridomiciliazione delle cure garantendo una necessaria continuità terapeutica, aggiornare i Livelli Essenziali di Assistenza, abbattere le liste d’attesa, approdare finalmente ai cosiddetti costi standard, rivedere il sistema di premialità incentrandolo sulla competenza e sull’umanizzazione delle cure, sono solo alcune delle sfide da portare a termine. Si può e si deve raggiungere questo minimo risultato, attingendo dai tanti intollerabili sprechi: tagliando le troppe consulenze, incoraggiando la chiusura e la riconversione dei molteplici presidi inappropriati non solo inutili, ma persino dannosi per la salute della cittadinanza, ricorrendo strategicamente all’assistenza sanitaria integrativa che consentirebbe un ingente innesto di nuove risorse e soprattutto puntando sul valore Prevenzione a partire dalle scuole.

Il patto per la Salute rappresenterà il vero punto di non ritorno e probabilmente l’ultimo treno utile per riformare il complesso indotto sanitario, pena la fuga di massa dell’utenza dal nostro Paese a maggior ragione ora che è subentrata la libera circolazione sanitaria; e non vorremmo essere costretti a recarci al Pronto Soccorso di Londra piuttosto che di Parigi o Berlino, perché a conti fatti risulti meno dispendioso in termini di tempo che curarsi in un presidio del nostro Paese dove le attese sono interminabili.

Dobbiamo tutelare un diritto universale nell’interesse principalmente degli ultimi e dei meno abbienti e guardando contemporaneamente al dato qualitativo. Pertanto, come Sindacato dei Cittadini – conclude il Segretario Confederale – siamo pronti a fare la nostra parte rispetto ad una tematica che valutiamo di priorità assoluta, e restiamo dunque in attesa di una convocazione del Ministro Lorenzin.”

(*Fonti:
http://www.uil.it)