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Il ministero dell’Economia aveva chiesto ai docenti degli istituti italiani di restituire gli scatti stipendiali – già percepiti nel 2013 – con una trattenuta di 150 euro mensili a partire da gennaio.

Buone notizie. Il Governo ci ripensa.

In una nota di Palazzo Ghigi si legge: ”Gli insegnanti non dovranno restituire i 150 euro percepiti nel 2013 derivanti dalla questione del blocco degli scatti. Lo si è deciso nel corso di una riunione a Palazzo Chigi tra il presidente del Consiglio, Enrico Letta, il ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni, e il ministro dell’Istruzione Maria Chiara Carrozza”.

Ma partiamo dall’ inizio. Di cosa stiamo parlando?

Il governo Berlusconi, prima, e quello Monti, dopo, hanno messo le mani nelle tasche degli insegnanti bloccando gli scatti stipendiali automatici previsti dal contratto collettivo di lavoro. I docenti che avrebbero dovuto percepire l’aumento di stipendio nel triennio 2010/2012 si sono vista bloccare la progressione economica. Ma poi con il recupero del 30% dei risparmi conseguenti alla riforma Gelmini lo scatto del 2010 è stato pagato. Stesso discorso per quello del 2011, recuperato con un accordo sindacale – non sottoscritto dalla Cgil – che ha consentito di prelevare circa 250 milioni di euro dal fondo per il Miglioramento dell’offerta formativa, utilizzato dalle scuole per finanziare le attività pomeridiane.

Restava da pagare lo scatto del 2012, per il quale il ministero dell’Istruzione aveva trovano 120 milioni di euro. E dal 2013 tutto ritornava come prima. E così è stato: coloro che hanno maturato l’incremento di stipendio dal primo gennaio 2013 se lo sono ritrovato in busta-paga.

Ma a settembre il governo Letta blocca retroattivamente anche lo scatto del 2013. E circa 300mila insegnanti avrebbero dovuto restituire i 150 euro percepiti nel 2013 “con recupero – recita la nota del ministero dell’Economia – a decorrere dalla mensilità di gennaio 2014 con rate mensili di 150 euro lorde fino a concorrenza del debito”.

Conclusioni e Reazioni

Scatta la protesta dei sindacati, del corpo degli insegnanti, di alcuni esponenti del governo tra cui il Ministro dell’ Economia Fabrizio Saccomanni e il Ministro dell’ Istruzione Maria Chiara Carrozza.

Quest’ultima ha scritto una lettera a Saccomanni ed ha twittato la sua disapprovazione alla proposta.

Tali reazioni hanno portato il governo a tornare sui suoi passi e a revocare il provvedimento.

Sulla vicenda i commenti del segretario del PD Matteo Renzi e della stessa Carrozza:

Renzi: “Bene il governo: sugli insegnanti cambia verso. Ora il lavoro: dati Istat devastanti”. Così Matteo Renzi su Twitter apprezza la decisione di Palazzo Chigi, annunciando che “oggi ci sarà la bozza del job-act per un dibattito aperto. Il Pd decide il 16 gennaio”.

Carrozza: “Sono soddisfatta per gli insegnanti”. Lo ha scritto su twitter il ministro dell’Istruzione, Maria Chiara Carrozza. In un secondo tweet il ministro ha spiegato di aver “rimandato la partenza per Washington: sono al lavoro per una soluzione completa a questo problema, incluso il 2012”.

Silvia Morini

(*Fonti:
http://www.repubblica.it
http://www.iljournal.it
http://qn.quotidiano.net)