Aumento direttamente proporzionale tra sfiducia e risparmio

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29 Ottobre 2013 – La crisi spinge al risparmio, i cui sostenitori salgono di un punto percentuale rispetto al 2012 (dal 28% al 29%). Scendono, dal 31 al 30%, anche le famiglie con un saldo finanziario negativo, mentre un costante 40% consuma tutto quello che spende.

Questo sarà il focus dell’89° Giornata mondiale del risparmio, che domani sarà presentata a Roma dal presidente dell’Acri Giuseppe Guzzetti con il governatore di Bankitalia Ignazio Visco, il ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni e il presidente dell’Abi Antonio Patuelli.

I dati sulla quantità degli italiani che reputa il risparmio fondamentale per la ripresa delle imprese e per la ripresa delle assunzioni e la loro innovazione sono in aumento.

Il 61% degli italiani ritiene che il risparmio sia fondamentale perché le imprese possano assumere – due anni fa era ridotto al 36% – e il 46% lo reputa fondamentale perché investano in ricerca e innovazione (due anni fa il 33%).

Quello che prima era punto cardine e l’investimento più sicuro, ossia la casa, l’immobile, “il mattone”, ormai non lo è più: con la restrizione del credito ai mutui casa, la tassazione crescente (e mutevole) e l’incapacità di pensare in grande, solo il 29% del campione ha dato la stessa risposta; l’anno scorso era il 35%; mentre sono in crescita (34%) coloro che si rivolgono verso investimenti quali i bond, il risparmio postale e i titoli di stato.

Un dato da analizzare, soffermandosi un attimo a pensare a come gli italiani percepiscano davvero le loro vite e stili di vita tanto per se stessi quanto nei riguardi dei loro figli, è la visione verso il futuro occupazionale e la ripresa: mentre sono in crescita coloro che pensano che una ripresa europea sia possibile e attuabile; a livello italiano, dietro questo dato apparentemente positivo, si cela un comportamento che sta diventando sempre più “costume sociale”: le stesse aspettative a livello italiano vedono una percentuale di ottimisti del 24% contro il 47% dei pessimisti, ed il restante quarto non pensa che vi saranno variazioni dallo stato attuale delle cose.

A detta dei 1000 intervistati, affinché la situazione italiana migliori, si deve puntare su:

●       senso civico (67%);
●       scuola e ricerca (66%);
●       sistema giuridico efficace (60%);
●       imprenditori capaci (45%);
●       classe politica di visione (43%);
●       sistema bancario efficiente (42%);
●       risparmio (25%).

Silvia Morini

(*Fonti:
“La Repubblica”;
ACRI)