Le condizioni di Cgil Cisl e Uil erano state chiare: no all’aumento delle tasse e Irpef progressiva.
Il confronto con il sindaco di Roma Marino e le conclusioni derivatene.
Analizziamo giorno per giorno.
14 ottobre 2013 – I segretari dei principali sindacati cittadini, UIL, CGIL CISL, intervengono alla riunione di giunta, convocata il 14 ottobre 2013 in seduta straordinaria, al Campidoglio per discutere insieme agli assessori del bilancio capitolino e delle proposte per risanarlo senza soffocare l’ economia già agonizzante.
Il momento è grave, per superarlo è necessario unire le forze e sperimentare percorsi innovativi.
Finalmente un confronto diretto, sollecitato da tempo, che i sindacati non si sono lasciati sfuggire.
Le priorità sono state esposte al sindaco Marino insieme una serie di condizioni precedentemente stabilite nella riunione congiunta delle tre segreterie confederali.
Innanzitutto le richieste all’esecutivo: stop all’aumento delle tasse per fare cassa e maggiore equità nella pressione fiscale.
Il documento di programmazione finanziaria deve porre le basi su tali irrinunciabili premesse. Ed i sindacati indicano chiaramente come questo sia possibile: applicando all’aliquota Irpef comunale, che è la più alta d’Italia, il criterio della progressività come avviene a livello nazionale, dove l’imposta si paga per scaglioni in base al reddito.
I confederali esortano ad affrontare temi scottanti come:
Le aziende partecipate, per capire quali ricadute avrà l’annunciata razionalizzazione;
I lavori pubblici, dai cantieri della Metro C alla manutenzione delle scuole, che potrebbero essere una risorsa per la tragica situazione dell’ economia cittadina;
I servizi sociali, fortemente penalizzati dalle ristrettezze di bilancio.
Un confronto irrinunciabile nel tentativo di far uscire la capitale dallo stagnante panorama in cui si trova attualmente.
Cosa è accaduto?
La parola ad Angeletti
16 ottobre 2013 – Mentre ci si aspettava una pronta risposta che venisse incontro alle richieste dei sindacati, il sindaco Marino è stato molto vago sulle risposte da porre in atto nel suo mandato e il segretario generale della Uil Luigi Angeletti commenta così in diretta a “L’Economia Prima di Tutto” su Radio1 Rai oggi 16 ottobre 2013:
“La Uil è “certamente pronta” a proteste forti e allo sciopero contro le misure della legge di stabilità che riguardano il pubblico impiego: dal blocco dei contratti a quello del turn over, dal taglio degli straordinari alle misure sulla liquidazione.
“Il governo aveva detto basta ai tagli lineari, annunciando: d’ora in poi solo operazioni chirurgiche sulla p.a. per decidere dove investire e dove tagliare. Cosa c’è invece di più lineare di bloccare la contrattazione? Colpisce tutti i lavoratori dipendenti, qualsiasi lavoro facciano, qualunque importanza abbia il loro lavoro per la vita dei cittadini. Adesso basta, siamo certamente pronti” a proteste “molto forti”.
Si può pensare quindi anche allo sciopero se necessario?
Luigi Angeletti risponde secco: “Certamente”. “La rateizzazione della liquidazione inoltre da il senso della disperazione: vanno alla ricerca dei soldi ovunque – continua il leader della Uil – E’ gravissimo e senza nessun criterio, se la prendono sempre con le stesse persone. Basta.”, conclude Angeletti.
“Il problema dell’Italia è la scarsa crescita, non il debito. E a me sembra che l’unica preoccupazione di questa legge di stabilità sia stata di stabilizzare la tenuta del governo, non l’economia. A pagare non possono essere sempre i soliti”.
In questa legge di stabilità secondo Angeletti “sotto i titoli, non c’è nulla: ci sentiamo presi in giro”. Soprattutto sulle misure per il lavoro le parti sociali si sentono “assolutamente prese in giro”, in particolare per quanto riguarda la riduzione del cuneo fiscale.
“Tutto il mondo ci spiega da mesi che per dare una spinta alla ripresa occorre fare manovra che riduca le tasse sul lavoro: il governo ha fatto solo finta – afferma – E fare finta comporta che si possono fare tutti gli annunci, si può ostentare ottimismo, ma la realtà è che nel 2014 noi continueremo ad essere il peggior paese dell’Ocse per la crescita e per l’occupazione, aumentando anche il divario rispetto agli altri”.
In conclusione Angeletti prevede che “ad una simbolica riduzione tasse corrisponderà una ripresa solo simbolica: l’unica cosa reale sarà un ulteriore aumento della disoccupazione”. Anche sul fronte della riforma dell’Imu, il leader della Uil attacca: “come per tutto il resto a pagarne il prezzo sarà il paese, ci perderanno i cittadini italiani con più difficoltà, chi perde il posto di lavoro e soprattutto i giovani”.
Silvia Morini
UIL Frosinone
(*Fonti:
http://roma.repubblica.it/
http://www.uil.it)