Femminicidio:
Sì definitivo del Parlamento al decreto legge

disegno di legge femminicicioIl testo, identico a quello uscito mercoledì da Montecitorio, è stato approvato a Palazzo Madama con 143 sì e 3 no.

Come già alla Camera, anche questa volta Lega, M5S e Sel non hanno partecipato al voto. Malumori bipartisan dei senatori, indispettiti per il voto al fotofinish.

ROMA – Sì definitivo dell’Aula del Senato al decreto legge che contiene le misure per il contrasto del femminicidio. Il testo è stato approvato a Palazzo Madama con 143 sì e 3 no. Come già alla Camera due giorni fa, anche oggi Lega, M5S e Sel non hanno partecipato al voto.

Il TESTO DIVENTATO LEGGE

Con una votazione a tempi record – il provvedimento, infatti, scadeva il 14 ottobre – che ha destato diversi malumori nell’opposizione così come nella maggioranza, le nuove norme sono ora pronte per essere promulgate dal presidente della Repubblica e pubblicate in Gazzetta Ufficiale. Bocciata una pregiudiziale di costituzionalità presentata dal M5S.

 

Reazioni e dichiarazioni dei sindacati ed esponenti politici cgil_cisl_uilSindacati (UIL, CGIL, CISL)

La Responsabile Nazionale Pari Opportunità e Politiche di Genere UIL, Maria Pia Mannino: “Il Parlamento italiano, con il primo sì alla legge contro il femminicidio e con il parere favorevole della Commissione Giustizia del Senato all’abolizione del reato di clandestinità, ha compiuto un importante passo nella tutela e difesa delle vittime di violenza.

Infatti, ambedue i reati, quello di femminicidio e  quello di clandestinità, colpiscono persone  inermi vittime della violenza più bieca e insopportabile.

Le donne, con questa prima approvazione da parte della Camera dei deputati, avranno maggiori difese da crimini violenti. Sul piano della concretezza della legge, riteniamo fondamentale il finanziamento di 10 milioni di euro al Piano antiviolenza, in quanto garanzia di attuazione di iniziative di prevenzione dai maltrattamenti e recupero dei cosiddetti maltrattanti.

L’abolizione del reato di clandestinità ridonerà a uomini e donne la dignità di esseri umani.”

Il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso: “La conversione in legge del decreto sul femminicidio ‘è un segnale di cambiamento importante, è ora necessario un impegno da parte del governo sulla prevenzione del fenomeno, così come previsto nella Convenzione di Istanbul, ratificata dall’Italia”. Dopo l’approvazione del decreto legge, ha aggiunto il leader della Cgil, “è fondamentale andare avanti speditamente, perché la violenza sulle donne è il segno di un degrado civile, che ha una radice culturale nel nostro Paese, e che richiede un’azione integrata su più fronti: del linguaggio, educativo e formativo”. “Per questo auspichiamo che, oltre alle azioni di contrasto contenute nel decreto legge approvato oggi dal Senato, si sviluppi un impegno più ampio che coinvolga la formazione e la scuola a tutti i livelli. Altrettanto importante e vincolante è garantire un livello essenziale di assistenza sanitaria e psicologica alle donne che hanno subito violenza. Sarebbe un segnale concreto di attenzione nei confronti delle troppe donne che ogni giorno continuano a subire violenza nel nostro Paese”.

Il Segretario confederale della Cisl, Liliana Ocmin: “L’approvazione della Legge contro il femminicidio va nella direzione giusta: è un importante segnale di contrasto alla violenza contro le donne ed i minori spesso vittime passive oggi e potenziali violenti domani. Adesso, però attendiamo risultati concreti ed impegno da parte di tutti. Ci auguriamo che il Piano antiviolenza previsto sia dotato di adeguate risorse finanziarie anche per fornire sostegno e recupero delle vittime e dei violenti. Vigileremo attentamente affinché questa legge, di portata storica, sia un punto di partenza e non di arrivo. Auspichiamo, inoltre, per combattere la violenza contro le donne, interventi di sostegno all’occupabilità femminile ed alle politiche di conciliazione tra vita e lavoro”. “Spesso, infatti, il fenomeno, proprio a causa della mancanza di un sostegno economico, non viene denunciato dalla donna e finisce, il più delle volte con il restare nascosto e taciuto: in Italia muoiono più donne tra le mura domestiche che vittime della mafia”.

Esponenti politici

Il premier Enrico Letta esprime la sua soddisfazione su twitter: Il Senato ha convertito in legge il decreto del governo sul femminicidio dopo un intenso e positivo lavoro. E’ un giorno davvero importante!”.

Malumori e polemiche tra i Senatori. I Senatori hanno approvato il dl (Decreto Legge) tra malumori e polemiche bipartisan. Questo perché i deputati hanno inviato a Palazzo Madama il decreto legge per il contrasto al femminicidio a ridosso della scadenza e quindi in condizione di non poter apportare alcuna modifica al testo se non determinandone la decadenza.

Il presidente della commissione Giustizia Francesco Nitto Palma (Pdl): “Siamo davanti all’alternativa se convertire un testo che ci è arrivato il 9 ottobre e scade il 14 malgrado ci siano degli errori o lasciarlo decadere. […] la prossima settimana provvederemo ad inserire delle modifiche nel testo che stiamo esaminando sulla stessa materia in commissione. Qui siamo davanti al primo intervento di legislazione in materia penale fatto con un decreto legge”.

La presidente della commissione Affari costituzionali Anna Finocchiaro (Pd) ha invece criticato “la presenza di norme disomogenee” nel decreto legge “in violazione dei principi della Costituzione”. “E’ l’ultima volta che accettiamo qualcosa del genere: intendiamo seguire la Costituzione con l’articolo 77 e i numerosi richiami all’omogeneità dei decreti lanciati dal Quirinale”.

Il capogruppo del Pdl Renato Schifani: “Ci sono pochi precedenti di decreti in prima lettura mandati al Senato alla vigilia della scadenza. Non si verifichi più”.

Il presidente Piero Grasso: “Dobbiamo anche fare un po’ di autocritica, cerchiamo di mandare anche noi i provvedimenti in tempo utile alla Camera per consentirle di avere i tempi giusti per valutarli”.

Il senatore del Movimento Cinque Stelle Francesco Campanella ha posto una pregiudiziale di costituzionalità alla conversione del decreto legge sul femminicidio. Secondo Campanella era necessario “prendersi, con responsabilità, un mese di tempo in più per esaminare ed eventualmente emendare la legge”. Ma la proposta è stata bocciata da una votazione dell’aula. I senatori Cinque Stelle si sono alla fine astenuti, tacciando il dl di essere un provvedimento “fritto misto”. Il riferimento è alle misure relative a Province, Tav e vigili del fuoco che vi sono contenute.

I senatori di Sel: “Non votiamo un decreto-ricatto”. Anche i senatori di Sel si sono astenuti sostenendo che, “con l’alibi di una legge importantissima come quella contro il femminicidio, si contrabbandino misure che con il femminicidio non hanno nulla a che vedere e che andrebbero definite senza ipocrisia un nuovo ‘pacchetto sicurezza’”.

La senatrice Stefania Giannini (Scelta Civica): “Dl disomogeneo”. Pur votando a favore, i senatori di Scelta Civica non fanno a meno di una nota polemica. “Questo decreto non ci risparmia dall’imbarazzo della sua eterogeneità: dei 12 articoli di cui è composto, solo 5 riguardano la materia drammaticamente urgente del contrasto della violenza contro le donne”.

Legge contro il Femminicidio:
femminicidioio rispetto. io valgo
Cosa prevede: Le nuove aggravanti

Arrivano tre nuovi tipi di aggravanti: quando il fatto è consumato ai danni del coniuge, anche divorziato o separato, o del partner pure se non convivente; per chi commette maltrattamenti, violenza sessuale e atti persecutori su donne incinta; per la violenza commessa alla presenza di minori di 18 anni.

Sarà poi disposto l’allontanamento urgente dalla casa familiare con il divieto di avvicinarsi ai luoghi abitualmente frequentati dalla persona offesa, nei confronti di chi è colto in flagranza.

Stalking – Giro di vite contro gli stalker che potranno essere intercettati e sottoposti anche all’uso del braccialetto elettronico in caso di allontanamento dalla casa familiare. Per le donne ci sarà la possibilità di avvalersi del gratuito patrocinio dello Stato.

Tutela delle vittime – Nel decreto sono introdotte più tutele per le vittime: le segnalazioni non potranno essere anonime ma i dati delle donne che denunciano saranno coperti almeno nella prima fase del procedimento per evitare ritorsioni.

Contro le intimidazioni è previsto che la querela sia irrevocabile per le minacce gravi e reiterate, revocabile per i reati meno gravi di stalking. Come misure di prevenzione anti-violenza si potranno indirizzare gli stalker anche ai consultori familiari, ai servizi di salute mentale e ai Sert (i servizi per le dipendenze).

Nel dettaglio: questi i punti principali del testo, nella parte relativa alla tutela delle donne

Il ddl sul femminicidio, che oggi è diventato legge con il voto del Senato, non punta solo sulla repressione, ma prevede anche risorse per finanziare un piano d’azione antiviolenza, una rete di case-rifugio e l’estensione del gratuito patrocinio. Il permesso di soggiorno potrà essere poi rilasciato anche alle donne straniere che subiscono violenza. Queste le norme del dl relative alla parte riguardante la tutela delle donne.

– Relazione affettiva. E’ il nuovo parametro su cui tarare aggravanti e misure di prevenzione. Rilevante sotto il profilo penale è da ora in poi la relazione tra due persone a prescindere da convivenza o vincolo matrimoniale (attuale o pregresso).

– Nuove aggravanti. Il codice si arricchisce di una nuova aggravante comune applicabile al maltrattamento in famiglia e a tutti i reati di violenza fisica commessi in danno o in presenza di minorenni o in danno di donne incinte.

Quanto all’aggravante allo stalking commesso dal coniuge, viene meno la condizione che vi sia separazione legale o divorzio.

Aggravanti specifiche, inoltre, sono previste nel caso di violenza sessuale contro donne in gravidanza o commessa dal coniuge (anche separato o divorziato) o da chi sia o sia stato legato da relazione affettiva.

– Querela a ‘doppio binario’. Il dilemma revocabilità/irrevocabilità della querela nel reato di stalking è sciolto fissando una soglia di rischio: se si è in presenza di gravi minacce ripetute, ad esempio con armi, la querela diventa irrevocabile. Resta revocabile invece negli altri casi, ma la remissione può essere fatta solo in sede processuale davanti all’autorità giudiziaria, e ciò al fine di garantire (non certo di comprimere) la libera determinazione e consapevolezza della vittima.

– Ammonimento. Il questore in presenza di percosse o lesioni (considerati ‘reati sentinella’) può ammonire il responsabile aggiungendo anche la sospensione della patente da parte del prefetto. Si estende cioè alla violenza domestica una misura preventiva già prevista per lo stalking.

Non sono ammesse segnalazioni anonime, ma è garantita la segretezza delle generalità del segnalante. L’ammonito deve essere informato dal questore sui centri di recupero e servizi sociali disponibili sul territorio.

– Arresto obbligatorio. In caso di flagranza, l’arresto sarà obbligatorio anche nei reati di maltrattamenti in famiglia e stalking.

– Allontanamento urgente da casa. Al di fuori dell’arresto obbligatorio, la polizia giudiziaria se autorizzata dal pm e se ricorre la flagranza di gravi reati (tra cui lesioni gravi, minaccia aggravata e violenze) può applicare la misura dell’ allontanamento con urgenza dalla casa familiare e del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa.

– Braccialetto elettronico e intercettazioni. Chi è allontanato dalla casa familiare potrà essere controllato attraverso il braccialetto elettronico o altri strumenti elettronici. Nel caso di atti persecutori, inoltre, sarà possibile ricorrere alle intercettazioni telefoniche.

– Obblighi di informazione. A tutela della persona offesa scatta in sede processuale una serie di obblighi di comunicazione in linea con la direttiva europea sulla protezione delle vittime di reato. La persona offesa, ad esempio, dovrà essere informata della facoltà di nomina di un difensore e di tutto ciò che attiene alla applicazione o modifica di misure cautelari o coercitive nei confronti dell’imputato in reati di violenza alla persona.

Silvia Morini
UIL Frosinone

(*Fonti:
http://www.repubblica.it
http://www.uil.it
http://www.rassegna.it
http://www.cisl.it
http://qn.quotidiano.net
http://www.corriere.it)