Abbattimento carico fiscale in vista della legge di stabilità
Il premier Enrico Letta convoca separatamente sindacati, industriali, artigiani e commercianti che chiedono l’abbattimento del carico fiscale, in vista della legge di stabilità.
Parte così il confronto con le parti sociali.
Oggi pomeriggio, lunedì 7 ottobre 2013, saranno i leader di Cgil, Cisl e Uil – rispettivamente Susanna Camusso, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti – a varcare il portone di Palazzo Chigi, mentre martedì toccherà alla delegazione di Confindustria guidata dal presidente Giorgio Squinzi, e mercoledì sarà Rete imprese Italia, con il presidente Ivan Malavasi.
Pur avendo avuto rassicurazioni dalla presidenza del Consiglio sulla prossima convocazione, Abi e Alleanza cooperative attendono di essere chiamati. Vediamo più nel dettaglio le principali richieste che saranno portate al tavolo con il premier Enrico Letta.
Incertezza sull’entità del taglio del cuneo fiscale
Sull’entità reale del taglio al cuneo fiscale dal governo arrivano però commenti prudenti. Intervenendo a una trasmissione radiofonica, il sottosegretario all’Economia Pierpaolo Baretta, ha spiegato che “il governo non ha, comprensibilmente, potuto fare nessuna stima ufficiale.” Baretta ha aggiunto di augurarsi che la cifra ricavata “sia quella dei 4-5 miliardi di euro, ma la manovra va vista nella sua interezza.” Prudenza arriva anche dal viceministro dell’Economia, Luigi Casero del Pdl, che in un’intervista al Corriere della Sera, conferma che nel 2014 ci sarà il taglio del cuneo fiscale, ma aggiunge che “solo una prima parte dell’operazione, non la più cospicua, rientrerà nella legge di stabilità”. Per l’intervento sul cuneo fiscale serve tempo, spiega, “al momento non c’è modo di sapere quante risorse deriveranno dalla delega fiscale perché non è possibile prevedere quanto verrà dalla lotta all’evasione fiscale o dal disboscamento delle agevolazioni”. Per questo “un primo intervento sarà possibile, ma non sarà finanziato con la delega. Dovremo trovare delle coperture legate a tagli di spesa pubblica”.
Pressing dei sindacati per ridurre le tasse a lavoratori e pensionati
Cgil, Cisl e Uil insistono sulla riduzione delle tasse a lavoratori dipendenti e pensionati e sono d’accordo con la richiesta di Confindustia di eliminare la componente lavoro dalla base imponibile Irap.
I sindacati sono favorevoli ad una diminuzione della spesa corrente con il ricorso ai costi standard, ad un riordino istituzionale per ridurre i livelli amministrativi; sì alla riorganizzazione della Pa purchè venga contrattata. Altre priorità per i sindacati sono il finanziamento della cassa integrazione in deroga, insieme ad una soluzione definitiva al problema dei cosiddetti esodati e dei precari della Pa, della scuola e della ricerca.
Nel particolare da parte dei sindacati arriva la richiesta di un intervento significativo. “Chiediamo di detassare fortemente i redditi da lavoro provenienti da una produttività che siamo interessati a far crescere” ha dichiarato in mattinata Raffaele Bonanni. Anche Susanna Camusso ha detto di aspettarsi fatti dal governo, a “cominciare dalla riduzione delle tasse sul reddito da lavoro dipendente e sulle pensioni, e da una maggiore imposizione sulle rendite e patrimoni”. “Insomma – aggiunge – mi aspetto che si arrivi finalmente ad una svolta in materia fiscale che premi chi finora ha pagato di più, e sono la maggioranza dei contribuenti, e faccia pagare il dovuto a chi non lo ha fatto”.
Confindustria: subito un taglio del cuneo fiscale per almeno 4-5 miliardi.
Anche l’agenda di Confindustria parte dalla richiesta di un deciso abbattimento del carico fiscale per imprese e lavoratori. Per gli industriali serve un taglio del cuneo fiscale per almeno 4-5 miliardi subito, inoltre va reso pienamente deducibile dal reddito d’impresa l’Imu sui capannoni, con la prospettiva di eliminare l’imposta. Le risorse per Confindustria si possono trovare attraverso la spending review, considerando che la Pubblica amministrazione spende oltre 800 miliardi l’anno, attraverso i risparmi si possono liberare somme da investire per intercettare la ripresa. Vi sono altre leve su cui agire in direzione della crescita secondo gli industriali: occorre accelerare con il pagamento dei debiti della pubblica amministrazione, serve una semplificazione burocratica, attraverso la revisione del Titolo V della Costituzione, per disegnare un nuovo perimetro dello Stato, diminuendo il peso della burocrazia. Per Via dell’Astronomia c’è bisogno di politiche industriali, il Paese sta perdendo interi settori produttivi. Il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi, parlando all’ assemblea Indicam a Milano, commentando alcune indiscrezioni di stampa, che fissavano a circa 4/5 miliardi i fondi da recuperare, dice: “se fossero 8-10 mld sarebbe meglio”. Per recuperarli, continua, “dovranno fare un’analisi. Comunque rimango dell’opinione che con una Pubblica Amministrazione che spende oltre 800 mld, con un minimo di spending review si possono recuperare”.
Artigiani e commercianti: no all’aumento dell’Iva.
Quanto a Rete imprese Italia, anche gli artigiani e i commercianti esprimono grande preoccupazione per i livello raggiunto dalla pressione fiscale, chiedono al Governo di fare marcia indietro sull’aumento dell’Iva, di escludere dall’Imu e da future tassazioni capannoni, laboratori, negozi e alberghi, di migliorare l’accesso al credito delle Pmi e accelerare sui pagamenti della Pa. Rete imprese Italia sollecita anche un intervento di semplificazione per ridurre la burocrazia che ostacola l’attività economica.
Silvia Morini
UIL Frosinone
(*Fonti:
http://www.ilsole24ore.com
http://tg24.sky.it)