Aprire gli Occhi:
“Ferite a morte”
Libro acquistabile in: http://rizzoli.rcslibri.
Le vittime di femminicidio riprendono voce per un momento per raccontarci le loro vite, in queste pagine e nello spettacolo che Serena ha tratto dai suoi scritti: le storie portate in scena e quelle narrate nel libro si tengono per mano, lungo la strada impervia ma obbligata della presa di coscienza e dell’azione concreta.
Non basta un megafono per farti sentire se da tre mesi sei in fondo a un pozzo, nessuno ti trova e non sai più come gridarlo che sei lì, proprio dietro casa, e che è stato tuo marito a buttartici.
Non bastano le parole per chi è costretta a lucidare il superattico di un petroliere per pochi euro al mese, tra botte e tentativi di violenza, finché un giorno, per non impazzire, “sceglie di diventare un raggio di luce dorata” impiccandosi al lampadario di cristallo. O per chi faceva la commessa in un negozio di intimo: suo marito l’ha strangolata “con un paio di mutandine modello Folie de Paris, nuova collezione pura seta, taglia 42, inserti in pizzo sintetici. Euro 27. Ottima scelta”.
Questo libro è anche una pièce teatrale che la Dandini ha portato in scena con un grande cast di donne della cultura e dello spettacolo (Lilli Gruber, Geppi Cucciari, Susanna Camusso, Malika Ayane) nell’occasione della Giornata mondiale contro la violenza sulle donne.
In questi racconti Serena Dandini rivela la capacità di usare tutte le sfumature dell’emotività, dal comico al dolente, dal grottesco al drammatico.
Serena Dandini ci offre il punto di vista delle vittime.
Con mano attenta e scrupolosa, da voce a decine di donne che una voce non ce l’hanno più, nè un volto o una vita; parla a nome di tutte quelle donne vittime di carnefici con i quali dividevano molto più che un tetto. Di quelle donne che non hanno potuto parlare o che non sono state ascoltate per non dire osteggiate.
Un libro che scuote la coscienza di tutti noi toccandola nel profondo e proprio per questo, di fondamentale lettura.
La parola all’Autrice: Serena Dandini
“Ferite a morte” nasce dal desiderio di raccontare le vittime di femminicidio. Ho letto decine di storie vere e ho immaginato un paradiso popolato da queste donne e dalla loro energia vitale. Sono mogli, ex mogli, sorelle, figlie, fidanzate, ex fidanzate che non sono state ai patti, che sono uscite dal solco delle regole assegnate dalla società, e che hanno pagato con la vita questa disubbidienza. Così mi sono chiesta: ‘E se le vittime potessero parlare?’.
Volevo che fossero libere, almeno da morte, di raccontare la loro versione, nel tentativo di ridare luce e colore ai loro opachi fantasmi. Desideravo farle rinascere con la libertà della scrittura e trasformarle da corpi da vivisezionare in donne vere, con sentimenti e risentimenti, ma anche, se è possibile, con l’ironia, l’ingenuità e la forza sbiadite nei necrologi ufficiali.
Donne ancora piene di vita, insomma.
“Ferite a morte” vuole dare voce a chi da viva ha parlato poco o è stata poco ascoltata, con la speranza di infondere coraggio a chi può ancora fare in tempo a salvarsi. Ma non mi sono fermata al racconto e, con l’aiuto di Maura Misiti che ha approfondito l’argomento come ricercatrice al CNR, ho provato anche a ricostruire le radici di questa violenza. Come illustrano le schede nella seconda parte del libro, i dati sono inequivocabili: l’Italia è presente e in buona posizione nella triste classifica dei femminicidi con una paurosa cadenza matematica, il massacro conta una vittima ogni due, tre giorni.” (Serena Dandini)
Silvia Morini
UIL Frosinone
(*Fonti:
http://rizzoli.rcslibri.corriere.it
http://www.lafeltrinelli.it
http://www.inmondadori.it
http://www.madeforbooks.it )