30/08/2019 | Occupazione.

 

Da una parte il calo del fatturato dell’industria e delle commesse derivanti da una flessione del mercato interno e, dall’altra, l’aumento della cassa integrazione che a luglio registra un aumento del 33,5% rispetto allo stesso mese del 2018 – ciò dovuto al forte incremento del ricorso alla cassa integrazione straordinaria (+50,2%) – sono segnali di una duratura crisi di una parte del nostro sistema produttivo, sottolineata anche  dall’ingresso di nuove aziende in difficoltà che richiedono l’ammortizzatore sociale, come si evince dall’aumento dell’ordinaria (+17%).

 

Secondo un’analisi effettuata dal Servizio Politiche del Lavoro della UIL, presenta un segno negativo anche il differenziale tra i nuovi rapporti di lavoro attivati nel I semestre di quest’anno, pari a 3,7 milioni, rispetto a quelli riferiti allo stesso periodo del 2018. Un gap dell’8,4% che in valori assoluti corrisponde ad oltre 343 mila assunzioni in meno non compensate, se non in minima parte, dalle trasformazioni (145 mila).

 

I dati diffusi ieri, rispettivamente dall’Istat e dall’Inps, segnalano non poche criticità del nostro mercato del lavoro, a cui oggi si aggiunge la notizia sulla flessione congiunturale dell’occupazione dove, a scendere, è solo la componente dipendente e, soprattutto, a tempo indeterminato (- 44 mila).

 

Le persone in cerca di un lavoro aumentano dell’1,1%, dato questo molto preoccupante se analizzato con l’aumento delle domande di Naspi che nel I semestre di quest’anno hanno registrato un incremento del 3,2% rispetto allo scorso anno.

 

Il sistema produttivo ed occupazionale ha bisogno di un insieme di politiche che siano lungimiranti e strutturali nel tempo, dove il lavoro con la “L” maiuscola torni ad essere il motore trainante del Paese, ponendo particolare attenzione al Mezzogiorno.

 

È quello che ci aspettiamo dal nuovo Governo che si insedierà.

 

30 agosto 2019

 

UIL Frosinone

 

(*Fonti:

www.uil.it)