Numeri impressionanti, puntare su lotta alla povertà assoluta, attenzione ai diritti dei lavoratori
16/01/2017 | Welfare.
Se l’1% più ricco degli italiani possiede oggi il 25% di ricchezza nazionale e se il tasso di occupati a rischio di povertà è pari all’11,5% dell’intera forza lavoro significa non solo che, per certi versi, siamo ancora nel pieno della crisi, ma che la strada imboccata è lungi dall’essere quella giusta.
Dinanzi a numeri allarmanti come questi – che sottolineano un inquietante divaricamento della forbice tra cittadini ricchi e cittadini meno abbienti – se non rifarci alla regola morale di olivettiana memoria secondo la quale “Nessun dirigente, neanche il più alto in grado, deve guadagnare più di dieci volte l’ammontare del salario minimo”, è necessario almeno attuare un cambio netto di rotta all’insegna del rispetto delle regole democratiche, dell’equità e della redistribuzione incardinata sulla valorizzazione del lavoro e sull’adeguamento dei salari.
Non devono essere secondari, inoltre, i contrappesi democratici e il bisogno di maggiore partecipazione dei cittadini alla vita pubblica.
Che il neoliberismo e la visione di società turbo-individualista abbiano fallito è ormai sotto gli occhi di tutti, anche di tifosi e di chi non voleva vedere.
Dunque, si pensi al superamento della disintermediazione sociale verso un migliore coinvolgimento dei corpi intermedi e di chi rappresenta i cittadini e i lavoratori nei processi politici ed economici.
Voltiamo pagina con una priorità: contrastare le disuguaglianze sociali che attanagliano anche il nostro Paese.
16 gennaio 2017
UIL Frosinone
(*Fonti:
www.uil.it)