Riforma elettorale: Renzi tenta l’intesa con Berlusconi

Il cosiddetto “Patto del Nazareno” tra il premier e segretario del Pd Matteo Renzi e il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi è “finito”, ora si valuterà di volta in volta. A dirlo è Giovanni Toti, consigliere politico di Berlusconi, al termine del vertice di Forza Italia che si è tenuto a Roma. “Il patto non è più vincolante” chiarisce il consigliere politico di Berlusconi. E immediata arriva la risposta del vice segretario del Pd, Debora Serracchiani: “Meglio così. La strada delle riforme sarà più semplice. Arrivare al 2018 senza Brunetta e Berlusconi per noi è molto meglio”. E mentre il ministro Alfano parla di una brutta notizia, Maria Elena Boschi aggiunge: “Credo che oggi non si sia rotto il patto del Nazareno, se mai si è rotta Forza Italia”.

Patto del Nazareno – A finire nell’occhio del ciclone, ancora una volta, è l’accordo siglato tra l’ex cavaliere e il presidente del Consiglio. A criticare l’intesa sono ora i vertici di Forza Italia che puntano il dito contro le posizioni assunte da Renzi in occasione dell’elezione del nuovo capo dello Stato. La questione è proprio ragionare sul proseguire con il patto del Nazareno o meno, visto che per primo, dicono gli ‘azzurri’, è stato Renzi a disattendere la parola data.
Forza Italia, in una nota, denuncia infatti “il metodo scelto dal Partito Democratico per arrivare alla designazione del candidato Presidente. Modalità che hanno sconfessato quel principio di condivisione delle scelte istituzionali, elemento fondante del patto sulle riforme da noi sempre onorato”. Il partito di centrodestra aggiunge però che “da opposizione responsabile, quale siamo sempre stati, voteremo solo ciò che riterremo condivisibile per il bene del Paese, senza pregiudizi, come peraltro abbiamo fatto sino ad oggi”.
Le trattative condotte per arrivare al nome di Sergio Mattarella a presidente della Repubblica continuano dunque a creare tensioni nel centrodestra. Silvio Berlusconi lavora per sedare i malumori e ricompattare il partito. Ma Forza Italia sembra spaccata e divisa e ora deve far fronte all’opposizione interna guidata dall’ex presidente della Puglia Raffaele Fitto, che ha chiesto di annullare tutti gli incarichi di vertice nel partito. Precisando che resterà nel partito, ha aggiunto: “Non riconosciamo la valenza politica, giuridica e statutaria dell’Ufficio di presidenza”.

Riforme: Aula voterà da martedì a sabato – Archiviata la questione Colle, nonostante qualche strappo, il Parlamento è ora chiamato ad andare avanti sul cammino delle riforme, come auspicato da Matteo Renzi. L’Aula della Camera, come deciso dalla conferenza dei capigruppo di Montecitorio, voterà sulle riforme costituzionali da martedì 10 a sabato 14 ogni giorno dalla mattina alla sera. Ritmi “inaccettabili” dice il capogruppo FI a Montecitorio, Renato Brunetta. Così “si violenta il Parlamento attraverso l’imposizione della riforma costituzionale con tempi e modi irragionevoli, inaccettabili e ai limiti della democrazia”. A Brunetta, però, il ministro delle Riforme Maria Elena Boschi ricorda che “gli italiani, quelli  che hanno la fortuna di avere un lavoro, lavorano cinque giorni a settimana, dal lunedì al venerdì”. Il ministro, poi, tende la mano a Forza Italia e precisa: “Abbiamo una maggioranza ampia alla Camera. Andiamo avanti. Se ci ripensano, siamo qui”.

Renzi: se c’è da andar dritto si va dritto Dopo aver superato con successo la prova del Colle il presidente del Consiglio “tira dritto” verso il cammino delle riforme. Ricuce con Alfano (“governo fino al 2018”) e pungola Silvio Berlusconi: “Sulle riforme andiamo dritti anche se Forza Italia si sfila” ha detto.

(*Fonti:
Sky Tg 24
www.sky.it
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