Dichiarazione di Antonio Foccillo, Segretario confederale Uil
Nonostante l’ottimismo del Governo su una presunta ripresa dell’economia, ancora una volta l’Istat conferma un calo, congiunturale e tendenziale, della produzione industriale. Tutto ciò dimostra che il Paese avrebbe bisogno di una svolta e di misure immediate e forti perché, essendo in una fase di recessione perenne, non si intravedono sbocchi a breve.
Le dinamiche economiche del nostro Paese continuano ad essere sempre negative, nonostante il surplus primario italiano sia positivo. Inoltre, vi è una riduzione dei redditi da lavoro dipendente e dei consumi intermedi, mentre continua a salire il deficit pubblico nonostante le tante manovre economiche di tagli che si sono susseguite fino ad oggi.
Continuiamo a sostenere che il problema sia la politica di austerity che l’Europa ci impone: è lì che bisogna vincere la partita, modificando questa impostazione che ha prodotto moltissimi danni a tanti paesi europei. È necessario, al contrario, aggredire la crisi con politiche non recessive e con investimenti pubblici che siano esclusi dal rapporto deficit/pil. Bisogna che a livello comunitario si cambi strategia economica. Serve un intervento serio e tempestivo da parte delle istituzioni politiche ed economiche dell’UE, che salvaguardi il sistema produttivo, l’occupazione e i lavoratori dipendenti e pensionati.
Anche in Italia si dovrebbe fare qualcosa, aggredendo realmente la corruzione e l’evasione e utilizzando le risorse per un piano di rilancio dello sviluppo, dell’occupazione e della tutela del potere d’acquisto, aumentando i salari e le pensioni, con una riduzione della tassazione e con i rinnovi dei contratti, a partire dal settore pubblico.
Le azioni e gli interventi che saranno intrapresi, e che dovranno avere un riscontro forte nel tessuto sociale del Paese, dovranno servire ad un progetto unitario di vera riforma dell’intera società italiana, del mondo industriale e del lavoro.
Roma, 10 febbraio 2014
(*Fonti:
http://www.uil.it)