2014: Nuove norme sugli immobili
Analisi, spiegazioni e riflessioni
Rincari fino al 100%
Nel giro di tre anni chi tiene anche contro la sua volontà una casa a disposizione rischia di pagare il doppio di imposte se l’immobile si trova nel comune in cui possiede anche l’abitazione principale.
La Legge di stabilità prevede infatti anche il ritorno, seppur ridotta al 50%, per le case sfitte, Irpef fondiaria sulle abitazioni non locate, ossia una tassa che colpisce la rendita catastale degli immobili, norma che era stata cancellata dal provvedimento preso dal Governo Monti che ha introdotto l’Imu. Questo provvedimento è “motivato” dal riordino dell’imposizione immobiliare dettato dalla necessità di far sparire almeno formalmente l’Imu sulla prima casa.
Il quadro è paradossale:
Nel 2011 si pagava l’Ici più l’Irpef fondiaria per intero.
Nel 2012 si è passati all’Imu che ha eliminato l’Irpef ma con una base imponibile del 60% più alta dell’Ici e con aliquota massima dell’1,06%, contro lo 0,9% che i comuni con il vecchio tributo potevano applicare agli immobili sfitti.
Irpef retroattiva
La legge di Stabilità reintroduce l’Irpef a partire da quest’anno di imposta, con buona pace dello Statuto del contribuente che vieterebbe di cambiare le regole per i periodi fiscali in corso, e quindi il nuovo balzello andrà saldato la prossima primavera dopo la compilazione dell’Unico o del 730.
Per l’anno fiscale 2014 infine è previsto un altro aumento di imposta, dovuto all’introduzione della Tasi, il nuovo tributo per coprire i costi dei servizi indivisibili dei Comuni e che con la Tari, nuova denominazione della tassa rifiuti, darà vita al Trise. L’impressione che si ha è vi siano molti nuovi termini e pochi nuovi veri cambiamenti in positivo, i tanto millantati “aiuti” o “sostegni” a coloro che ne hanno più bisogno, quest’ultimi in numero sempre crescente proprio a causa dei mancati interventi.
Sulle seconde case nelle maggiori città dove l’Imu è già ai massimi di legge (è questo il caso dei comuni in tabella) la Tasi richiederà un ulteriore esborso dello 0,1% calcolato sulla medesima base imponibile dell’Imu.
Un paio di esempi pratici:
Roma: un trilocale passerebbe da 1376 euro del periodo di imposta 2011 ai 2742 euro del 2014, con un incremento del 99,3%; un quadrilocale salirebbe del 70,3%, aumentando da 2517 a 4288 euro.
Milano: la casa di minor valore passerebbe dai 882 euro del 2011 ai 2.186 euro nel 2014, con un incremento del 148%; un quadrilocale salirebbe da 2265 euro a 4581 euro con un incremento del 102,3%.
Uno specchio per le allodole, verrebbe da dire, e che porta ad un peggioramento della situazione economica anche di coloro che fin’ora non si trovavano ancora in situazione di grave indigenza: la domanda spontanea è: la crescita può partire da un cambiamento in negativo sulla e nell’economia sociale?
L’applicabilità dell’Irpef fondiaria agli immobili, citiamo dalla norma, «ad uso abitativo non locati situati nello stesso comune nel quale si trova l’immobile adibito ad abitazione principale», creerà non pochi problemi nella sua applicazione.
Facciamo un paio di esempi:
1) La discriminazione territoriale potrebbe non reggere a un giudizio di costituzionalità (possibilità che diviene realtà se sollevata da un giudice nel corso di un procedimento avviato da un contribuente);
2) Quale è il significato reale di «non locati»?: che ne sarebbe ad esempio delle abitazioni concesse in comodato a un figlio?
Non mancheranno dunque polemiche e necessità di chiarificazione su molti punti. Una su tutte riguarda le modalità di applicazione della Tasi sull’abitazione principale.
L’Imu prevedeva detrazioni che per la Tasi non ci sono.
Come per ora non ci sono conclusioni possibili ad una norma tanto controversa quanto di difficile interpretazione e, conseguentemente, applicazione.
Silvia Morini
(*Fonti:
http://www.corriere.it
http://www.mondoeconomia.com)