22/10/2019 | Sindacato.

Consideriamo un primo positivo passo, ma non esaustivo il decreto legge approvato ieri in Consiglio dei Ministri sulla ricostruzione post terremoto nel centro Italia.

È senz’altro apprezzabile il prolungamento fino a dicembre 2020 dello stato di emergenza, così come sono condivisibili gli interventi urgenti per l’accelerazione e il completamento delle ricostruzioni in corso.

Condividiamo il fatto che, il rilancio di queste aree passi attraverso misure per favorire il lavoro dei giovani ed il rilancio delle attività produttive come antidoto allo spopolamento dell’area del cratere.

Vanno però ricompresi negli interventi del decreto anche le misure per interventi sismici a partire da quello dell’Aquila del 2009.

Pur apprezzando il dimezzamento al 50 % delle imposte e dei contributi previdenziali dovuti (la cosiddetta busta paga pesante) chiediamo che la restituzione sia prorogata al 2021 anziché a partire da gennaio 2020.

Al contempo occorre garantire in queste zone i servizi di welfare adeguati e di qualità come condizione indispensabile per evitare l’abbandono dei territori e rafforzare la dotazione organica dei comuni coinvolti nella ricostruzione con assunzioni di personale da adibire alle autorizzazioni.

Resta infine il rammarico che, ancora una volta, non sono state consultate le parti sociali perché per dare risposte concrete alle popolazioni delle zone terremotate, occorre l’esperienza ed il contributo di tutti gli attori.

Diventa quindi fondamentale cooperare, sin da subito, fattivamente con tutti i protagonisti coinvolti ai vari livelli, per la formulazione di un testo normativo pienamente rispondente al territorio e alle società locali.

UIL Frosinone

(*Fonti:
www.uil.it)